Conclusa da poco la seconda puntata del processo d’appello in merito all’inchiesta “Money Gate”. Un’udienza senza sostanziali novità rispetto a quella di primo grado dello scorso dicembre, soprattutto alla luce del no della Corte Federale d’Appello all’introduzione di materiale non presente in primo grado da parte della Procura Federale che, dunque, ha continuato a basarsi su una interpretazione logica sulla base degli elementi in suo possesso. Con questa carenza di atti, e con l’assenza di quelli richiesti dall’accusa, non si può colpevolizzare una società. Si può arrivare a una condanna quando c’è una data di incontro, un contatto, una telefonata tra elementi delle due società. Ma qua non c’è nulla” ha dichiarato l’avvocato dell’Avellino, Eduardo Chiacchio. In serata è attesa la sentenza.