“Mi sento come un leone in gabbia. E’ normale che manchi il tocco con la palla, lo spogliatoio e lo stare insieme ma in questo momento c’è in ballo qualcosa di più importante e sta a tutti noi seguire le regole per uscire da questo momento difficile“. Sono le sensazioni di Fabio Lucioni, intervenuto questo pomeriggio nel corso di Chiedilo a Calcio e Altro su Lab Tv.
Come ogni cittadino italiano, il difensore del Lecce sta rigidamente rispettando le disposizioni governative atte a contrastare la diffusione del Covid-19. Prima del calcio viene il bene collettivo e poi da casa si fa necessità-virtù. Anche Lucioni si allena tra le mura domestiche con un piano di esercizi proposto dallo staff di preparatori del Lecce, oltre una tabella nutrizionale da seguire ed un costante confronto da remoto con i compagni di squadra, allenatore e staff. Come altri calciatori, si è fatto anche promotore di iniziative benefiche, la sua a sostegno del “San Pio” di Benevento con la sua maglia all’asta. Nell’intervista l’ex capitano degli Stregoni racconta le sue attività di questi giorni, parla di Fabio Liverani, uno degli allenatori emergenti del nostro calcio, come Roberto De Zerbi che ha avuto ai piedi della Dormiente: “Credo che queste nuove leve di allenatori stiano portando idee innovative. – ha commentato Lucioni – Dopo Guardiola, questi sono allenatori che stanno portando avanti questa filosofia di calcio fatta di supremazia territoriale e possesso palla. Poi, è chiaro che l’operato di un tecnico vada anche rapportato alla squadra che allena e devo dire che Liverani sta facendo un grande lavoro, la sua più grande qualità è quella di tirar fuori il nostro carattere. A 12 partite dalla fine siamo in 5 squadra a giocarci la salvezza e credo che il tecnico stia facendo davvero bene, come la squadra nella sua risposta”.
Un passaggio anche sul suo passato a Benevento, di cui conserva un gran ricordo, nonostante un addio che lascia ancora l’amaro in bocca a qualche tifoso: “E’ normale che abbia lasciato Benevento a malincuore, dopo aver scritto pagine importanti della storia di quella squadra. Per quello che ho dato per quella maglia e per quella città lascia sempre qualcosa di grande. Benevento poi è diventata la mia città, quella dove vivo e dove sono nati i miei figli. Il Benevento sta facendo un lavoro notevole, stanno tornando in A e ne sono contento. Non ho assolutamente il dente avvelenato”.
Non chiude le porte per il futuro, magari anche in veste diversa: “Non chiudo mai le porte. Con il rispetto prima di tutto il rispetto per l’uomo, con quello si possono scalare montagne mai esplorate. La vita ci dirà”.
LA PUNTATA INTEGRALE DI “CHIEDILO A CALCIO E ALTRO” DEL 1 APRILE 2020