E’ il tempo dei saluti, per alcuni sarà l’ultimo allenamento in giallorossi, per altri solo un arrivederci. E’ il giorno del rompete le righe per Maggio e compagni che nel pomeriggio sosterranno l’ultima sgambata nel Sannio. Con loro ci sarà il presidente, Oreste Vigorito, per un ultimo confronto con i suoi ragazzi e per portare il suo saluto. Che sia un arrivederci o un addio lo saprà presto anche il tecnico, Cristian Bucchi. Entro domani saranno rotti gli indugi per la guida tecnica. Come già detto, non è affatto così scontato l’addio con il tecnico romano per i molteplici motivi già elencati. L’allenatore gode della stima della dirigenza, ha dato il via ad una sorta di “anno zero” ai piedi della Dormiente e tutto sommato ha chiuso in linea con le aspettative di inizio stagione, seppur “macchiando” il finale con una sconfitta interna netta che lascia ancora tanto rammarico. Un cammino comunque da contestualizzare alla difficoltà iniziali, certamente vincolate anche da qualche errore, ma al tempo stesso legate a scorie della retrocessione da smaltire, qualche infortunio di troppo ed ostacoli più o meno preventivati. Tra Foggia ed il presidente martedì c’è già stato un primo incontro post Play Off ed il prossimo sarà quello decisivo per il futuro della guida tecnica. Le quotazioni di una conferma di Bucchi restano abbastanza alte, al tempo stesso confrontate con qualche informazione presa anche per delle possibili alternative. In realtà, ad oggi sono più i candidati che si sono proposti, che quelli realmente cercati dalla dirigenza sannita, che ha come priorità quella assoluta di aprire o chiudere definitivamente il matrimonio con Bucchi. Al tempo stesso alla finestra ci sono altri tre club di Serie B che hanno già effettuato dei sondaggi per il tecnico ex Sassuolo. Nessun colloquio in agenda, al momento, con Benevento che resta la priorità per dare continuità al lavoro già intrapreso e sul quale comunque risiede molta fiducia. Il fattore ambientale è preso comunque in considerazione, ma nel bilancio rientrano comunque confronti vissuti quotidianamente, scelte prese in sintonia ed un lavoro intrapreso per raccogliere frutti a lunga gittata, oltre che con imminenti ambizioni. Perché la Serie A era ambizione, non di certo assillo ed il tentativo è stato comunque fatto al termine di una stagione che tra alti e bassi è stata comunque chiusa come quarta forza del torneo, prima tra le retrocesse. Ore decisive per il futuro della panchina sannita.