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Benevento, Bucchi: “Siamo tutti responsabili. Una partita non può cancellare un anno di lavoro”

Benevento, Bucchi: “Siamo tutti responsabili. Una partita non può cancellare un anno di lavoro”

26 Maggio 2019 | by redazione Labtv
Benevento, Bucchi: “Siamo tutti responsabili. Una partita non può cancellare un anno di lavoro”
Benevento Calcio
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E’ scuro in volto Cristian Bucchi, un po’ come tutti quelli che hanno visto in 90 minuti bruciarsi forse quelle troppe convinzioni costruite dopo Cittadella. Il Benevento ha polverizzato quel vantaggio creato in Veneto e si è sciolto nell’appuntamento della conferma.

“I pronostici lasciano il tempo che trovano. – ha detto l’allenatore – Abbiamo degli esempi a livelli clamorosi, basti pensare alla Champions, nel calcio tutto può accadere. Stasera è successo quello che siamo stati noi nella stagione, da una mezz’ora ottima. Sapevamo che segnare significava dare una mazzata all’avversario e da un miracolo dal loro portiere sul rovesciamento abbiamo preso un gol. Mentalmente la gara è cambiata e noi dopo un’ottimo approccio ci siamo trovati sotto. Ci siamo trovati poi sotto 2-0 senza che gli avversari entrassero in area. E’ diventata poi una partita difficile, avevo detto ai ragazzi poi di stare tranquilli, ma non siamo stati bravi. La palla scottava e non doveva accadere. Un brutto film che poi ci ha portato all’eliminazione. Nell’arco delle due partite avremmo meritato di più, ma gli avversari sono stati più bravi. Siamo stati noi artefici del nostro destino. Rifarei tutte le scelte fatte, non credo ci sia stato un problema di scelte”.

Le responsabilità della sconfitta: “Credo che nel verdetto finale ci siano responsabilità. In una stagione le responsabilità sono di allenatore e squadra. Non voglio sottrarmi da responsabilità, ma a questo punto della stagione bisogna avere la giusta mentalità. In 11 mesi allora abbiamo faticato a migliorare, mi sento responsabile al pari di tutte le componenti”.

Sull’atteggiamento iniziale della squadra: “Il gol l’abbiamo preso in una ripartenza dove comunque eravamo in superiorità numerica. La voglia di andare all’attacco è perché è nel nostro DNA. Avremmo dovuto esser bravi a rispondere più di loro, se avessimo segnato avremmo dato la mazzata finale”.

Potenziale della squadra e la mancanza di quel salto di qualità mentale: “Credo che faccia parte di una spina dorsale mentale. Questa è l’indole. Seguendo delle linee ho capito l’indole di questa squadra, di dover giocare per forza e che nei momenti di pressione”.

Non è il momento di parlare di futuro, quello dal quale però necessariamente ripartire. Una partita non può cancellare il lavoro di un anno, tra sali e scendi, ma pur sempre di costruzione. Ripartire da quelle certezze, da plasmare ancora o rivoluzionare tutto, a partire dall’allenatore? Bucchi risponde così: “L’umore positivo o negativo può esser vissuto all’esterno. Per chi lavora tutti i giorni c’è una percezione diversa. Alle spalle ci sono undici mesi di lavoro che per me sono importanti. Con la società ci parleremo. Non è che se avessimo vinto mi sentivo Mourinho e stasera mi sento il peggiore. Credo che continuità e coerenza stiano nel quotidiano. Stasera negli occhi abbiamo questa partita ed è inevitabile che ci lascia qualcosa di negativo, nei giorni dovremo riprendere con razionalità il nostro percorso. Avremo tutto il tempo di parlarne, ma l’andamento positivo o negativo non cambia quello che io e la società abbiamo in mente. Vedremo con serenità e tranquillità”.

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