“La sconfitta dello Zini è diversa da quella di Livorno. Qui ho rivisto la mia squadra”, sostiene Cristian Bucchi nell’esternazione post gara la cui unica lettura plausibile è quella di cinger mura di serenità. Perché il bottino della doppia trasferta e del ritiro di Coverciano è assente di punti con un netto passo indietro sul piano del gioco e dei ritmi. Livorno non è stato solo un incidente di percorso e la sconfitta con gli amaranto ha spinto il tecnico, tra necessità ed esperimenti, a qualche stravolgimento di troppo che ha alterato gli equilibri che avevano assicurato i dieci risultati utili di fila. L’idea di convivenza tra Viola e Crisetig dal primo minuto solleticava, ma i frutti sono stati quelli di un centrocampo piatto e privo di spunti. Ritmi troppo bassi e possesso prevedibile, senza alcuno spunto capace di dare il cambio di passo per scardinare l’ordine avversario. La ricerca della folata è stata proprio la chiave che ha spinto in precedenza il tecnico ad adattare Buonaiuto nel ruolo di mezzala in una collocazione non sempre interpretata ad alti regimi ma comunque capace, se non altro, di imporre all’avversario un’attenzione maggiore al reparto reso più dinamico dalla “gamba” di un’ala duttile e tatticamente “disciplinata”. A Cremona, infatti, è mancato proprio il collante tra due reparti slegati con un Insigne in “giornata no” ed un riferimento offensivo abbandonato tra le maglie grigiorosse. Il gol beffardo incassato poi in pieno recupero è stato null’altro che il frutto di una clamorosa ingenuità e di un netto calo di concentrazione, dovuto ad una scarsa lucidità di lettura probabilmente appannata dalla “voglia” di vincerla non sostenuta però dalla condizione. Probabilmente, il Benevento rientra dal ritiro anche con le gambe un po’ appesantite da qualche carico di lavoro richiamato per esplodere in un rush finale che si giocherà punto su punto. Sabato prossimo il Benevento non ritroverà solo il sostegno del “Ciro Vigorito”, ma anche il pacchetto arretrato che dalla gara col Venezia aveva collezionato tre “clean sheet” consecutivi. Solidità difensiva raggiunta anche grazie agli equilibri con gli altri reparti, al lavoro sporco delle mezzali e alle caratteristiche di un perno davanti al terzetto come Crisetig. La convivenza tra l’ex Frosinone e Nicolas Viola resta al momento un esperimento per soli spezzoni di gara all’interno dell’assetto del momento. Dal discorso tattico, bisogna passare poi a quello della gestione delle risorse emotive del gruppo e di un rientro per un calciatore comunque importante come il numero 10, il cui infortunio di Palermo costrinse il tecnico a nuovi adattamenti che poi hanno reso l’esigenza occasione di nuove scoperte. In stagione il Benevento non ha mai collezionato più di due sconfitte consecutive, spunti di accorgimenti e non rivoluzioni. Senza polverizzare quanto di buono fatto, la Strega riparta dalle sue certezze.