“La squalifica la temevo, la reazione è stata di grossa tristezza, poi successivamente ho pensato al danno provocato al ragazzo e all’immagine della società, e’ una di quelle cose che ti fa chiudere gli occhi, ti fa immaginare che stai vivendo un momento non vero e speri che la realtà sia diversa“. Non e’ andata cosi’ purtroppo per il Benevento e il suo presidente, Oreste Vigorito. La prima sezione del Tribunale Nazionale Antidoping di Nado Italia ha squalificato per un anno il capitano dei giallorossi, Fabio Lucioni, per la positivita’ al clostebol. “E’ un ragazzo che riesce a tenere unito il gruppo, aveva conosciuto la A a 30 anni e si era attaccato a questa categoria con tutte le sue forze, certe cose vanno considerate – è il parere di Vigorito in collegamento telefoni con Sky Sport 24 -. I giudici devono far rispettare le norme, è giusto che sia così, ma quando in un processo c’è un reo confesso, in questo caso il medico sociale che ha fatto un errore e che è stato inibito per 4 anni, non capisco perché l’altro imputato debba essere punito con la pena minima che, però, è di un anno. Dagli atti risulta che l’unico responsabile è il medico, sinceramente questa squalifica non riesco a spiegarmela”. La notizia della positività per Vigorito “fu un fulmine a ciel sereno prima della partita con il Crotone, c’e’ stata la sospensione, poi la proroga, poi gli hanno fatto fare tre partite, adesso la squalifica, ma bisognerebbe anche preservare la regolarità del campionato, visto che ci sono squadra che ci hanno affrontato con Lucioni e altre senza”.