Un punto alla prima col Milan per Gennaro Gattuso. A 30 secondi dalla fine il gol incassato,ma l’allenatore non cerca alibi:
“Quando sei un atleta e non sei al top, può esserci anche una componente psicologica. – ha commentato il tecnico in sala stampa – Davamo la sensazione di essere più brillanti oggi, ma sapevamo che per giocare come piace a me bisogna far fatica. Oggi non deve essere un alibi, sappiamo di dover migliorare ma oggi non siamo stati bellissimi a tratti, provando a portare a tutti i costi il risultato a casa. Il Milan non faceva gol su azione da settembre. Tante volte abbiamo cercato il palleggio, ma negli ultimi metri bisogna verticalizzare. Dobbiamo continuare su questa strada. Sapevamo di affrontare una squadra alla ricerca del primo risultato e che veniva da qualche partita un po’ sfortunata”.
Una partita che Gattuso confessa di aver temuto dall’inizio: “Ho sognato tante volte questa partita, ma neanche col sogno sono arrivato a pensare al gol di un portiere. Temevo questa partita per la legge dei grandi numeri. Il Benevento è una squadra viva e non avrebbe meritato 0 punti in 14 partite. Sono ancor più convinto che è questa la partita che avremmo dovuto fare.
Abbiamo preso gol negli ultimi 30 secondi, ma la fortuna bisogna anche cercarsela. Ci siamo abbassati alla fine, ma non ricordo un pericolo nell’ultimo quarto d’ora. Ho messo Zapata alla fine perché volevo far risultato ad ogni costo. Questo pareggio brucia, ma ho il dovere di guardare avanti”.
Sull’espulsione di Romagnoli: “Non mi piace parlare di arbitri. Fanno il loro lavoro e sono dei professionisti. Non l’ho rivista ancora, ma mi sono arrabbiato un minuto prima per aver fischiato un fallo a Kalinic. Ho parlato alla fine con l’arbitro per quest’episodio e non per l’espulsione”.
Come intende il calcio Gennaro Gattuso: “Il calcio è la mia vita, sento ogni partita. Non sentivo freddo in quel momento, non mi son neanche reso conto di aver tolto la giacca”.
I problemi del Milan che il tecnico ha ereditato: “Tante volte testa e gambe vanno di pari passo. Non diamo la sensazione di fare tutto a mille e di avere la testa sgombra. La vittoria di oggi ci avrebbe dato un po’ di convinzione in più. Dobbiamo continuare a lavorare senza mollare di una virgola”.
Come ripartire: “In questo momento serve tranquillità, non serve alzare la voce. La convinzione si trova nel lavoro e nello stare insieme. I ragazzi nello spogliatoio erano disperati e questo è sinonimo che ci tengono. Bisogna continuare su questa strada. Se non avessimo preso gol all’ultimo, parleremmo di tutt’altro spirito adesso”.