Mi sono state rivolte delle accuse, in maniera costruita. Mi ritrovo a venire allo stadio con molto coraggio, nonostante mi avessero avvisato che i tifosi fossero qui, con rabbia, picchiando verso la mia macchina. I tifosi seguono una sola campana, una direzione unica. Va bene così. Sono venuto qui per Di Matteo, che ha anticipato la caparra per prendere l’Avellino. Non per Martone. Sono stato chiamato per un investimento in un club per progetti ben precisi, non è una città dove si possono fare soldi, ma neppure se ne possono rimettere tanti. Ci siamo riuniti con Martone e Izzo, Di Matteo ha espresso di fare il presidente mettendo più soldi di tutti. A Martone non stava bene tutto questo. Tre giorni prima di andare dal notaio, per paura di non essere in grado di piazzare e prendere calciatori, fece ritirare Izzo. Non sono un milionario, Izzo invece si è presentato come persona con capacità economiche illimitate. Tre giorni prima della firma si è ritirato dalla trattativa, io mi sono presentato dal notaio con il commercialista. Lui vedendo solo la mia presenza mi disse che non si sarebbe potuto fare l’atto notarile, allora presi altri cinque giorni di tempo, con Polcino abbiamo trovato soci e siamo andati da Izzo per chiedere la procura a cedere le sue quote ai nuovi investitori, ricevendo il suo via libera. Allora ho preso l’Avellino, sono andato da Izzo e gli ho chiesto le quote. Lui mi disse che ormai aveva un piede nell’IDC e che non sarebbe uscito. A questo punto ho dovuto dire ai miei nuovi soci che tutto sarebbe saltato, e lì ho capito che personaggi sono Izzo e Martone. Ho chiesto che Martone non facesse il direttore generale, Izzo ha risposto con una richiesta: volere un altro 5% e che avrebbe voluto fare il presidente cacciando 700mila euro fino a fine stagione. Siamo arrivati al giorno della firma del contratto di Capuano che non ho visionato e mi è stato detto che “bisogna firmare”. Ci fu una sorta di battibecco, il mister iniziò a chiedere spiegazioni. Solo che dobbiamo risolvere delle questioni interne. Tornai da Izzo a dire “rispetta i patti”. Il sabato facemmo una riunione dove disse “non mi diverto più, vi posso cedere le quote”. Il giorno dopo si fece il giro allo stadio con la sciarpa al collo, restammo tutti basiti viste le sue parole della sera prima, pensammo che volesse salutare prima di togliere il disturbo. Il giorno successivo andai in ufficio andai da Martone e gli dissi di “confrontarci”. Martone ascoltò tutto il tempo, alla fine mi disse: “Se io trovo i soldi, tu te ne vai?”. Ci fu uno scambio acceso di battute. Il giorno prima della trasferta di Catania firmai tutti i contratti, tra cui il contratto di Federico. Mi chiamarano e mi dissero che Martone era contrariato. Da quel momento sono nate delle guerre interne più che altro mediatiche. Ho avuto tutti contro. Se sono ancora ad Avellino avevo e ho i miei buoni motivi per portare avanti il progetto. Sfortuna ha voluto che mi son trovato di fronte queste personaggi, cercando di mettermi contro la piazza. Per non creare ulteriori problemi ho detto ad Izzo: “Dammi quello che ho messo e vado via. Siamo stati chiamati dai tifosi, io ci metto sempre i tifosi mentre Izzo non si è fatto vedere. Ai tifosi ho ribadito che chiedevo ciò che ho investito. A mio avviso ha difficoltà a cacciare qualche spicciolo e lo sta dimostrando anche in questi giorni nei quali è lla ricerca di imprenditori. L’altra mattina mi sono sentito accusato di estorsione, ricatto mettendo in mezzo anche la storia del Campobasso. Per quanto riguarda Izzo sono stato costretto di fare una querela perchè ritengo che sia una persona instabile e in più sono stata definito “metastasi del calcio italiano”. Io volevo fare una conferenza stampa, rinviata ad oggi per un semplice motivo: far capire che persona è.
Io questa mattina gli mando tutti i documenti richiesti e alle 11:51 mi risponde: “Stando cosi le cose –
Premesso che io non ho avuto una convocazione ufficiale, Luigi Izzo sta a Napoli io non so dove si trova il notaio. Io gli chiedo: “Prima di andare dal notaio mi dici come intendi darmi i soldi e
Ditemi voi se questa è una persona normale o meno, per me no.
Parliamo di Avellino: “Se sono venuto qua avevo, ho un’idea. Non sono un improvvisato, ho sempre dichiarato che non avevo la forza di farlo da solo. Come qualcuno di voi ha giustamente indagato viene fuori che sono amministratore di due società di cui sono proprietari i miei familiari. Il motivo è evidente, tener lontano le mie aziende dal calcio.
Futuro: “In questi giorni io non sono stato in silenzio, ma essendo io amministratore unico dovevo pensare a risovlere la situazione e detto questo vi anticipo che io personalmente agli stipendi ho pensato che si devono pagare venerdi. Io pretendo ora da Izzo che domani, entro 12:00 mettano la loro quota parte per gli stipendi.
E’ mio interesse che la società vada avanti, che da oggi in poi sia in pace e lavori serenamente. Vorrei aggiungere che tutte le persone all’interno della società che non sono autorizzate da me o che non hanno degli accordi escano dallo stadio. L’unico responsabile sono io e pretendo questo. Nel caso in cui loro non dovessero pagare la loro quota parte si assumono loro la responsabilità, la colpa è solo loro.
Se non dovessero mettere la loro parte saremo noi a dare appuntamento dal notaio.
Loro hanno il 50% e se non mettono la quota parte, si devono assumere la loro responsabilità.
Se siamo arrivati a questo punto lo dovete chiedere a Izzo. Più che dirgli “Datemi quello che ho chiesto” non posso farlo.