Gustare la portata principale, apprezzare il contorno ma poi non digerire il..Dolce. Detta in altre parole: battere a domicilio la capolista Lanusei, avere la meglio sul Flaminia nel turno infrasettimanale ma non completare l’opera, perché sul più bello, il Latte Dolce, compagine di Sassari, ha la meglio sull’Avellino. E’ stata una settimana intensa per la formazione irpina che in poco più di 7 giorni ha vissuto stati d’animo contrastanti: dall’esaltazione per la vittoria a Lanusei sabato scorso al rammarico per aver perso una grossa occasione, quella di agguantare la terza posizione (proprio ai danni dei sassaresi) in un turno nel quale prima e seconda del raggruppamento non hanno portato punti a casa. Ancora una volta, dunque, non è arrivato il poker di successi bianco-verde: al “Vanni Sanna” ha deciso un colpo balistico di Palmas da oltre 20 metri. E non poteva essere diversamente: le due formazioni hanno pagato lo scotto di giocare su di un campo in pessime condizioni avendo già nelle gambe il minutaggio di due gare a distanza di pochi giorni. Ne ha risentito di più l’Avellino, alla seconda trasferta sarda in una settimana, che ha dovuto fare i conti anche con lo stato di salute di Alfageme, fuori dall’undici titolare. Bucaro, però, nel 4-4-2 ha optato per una difesa per 3/4 over, preferendo Mentana (attaccante) a Betti (difensore) come quarto under. Una scelta che non ha premiato il tecnico palermitano: nel primo tempo le uniche due occasioni di marca bianco-verde sono due conclusioni dalla distanza. Nella prima il destro di Matute, memore del gol di mercoledi, è terminato di poco alto, nella seconda la palombella del centrocampista Di Paoloantonio si è stampata sul palo. Più organizzato, invece, il gioco dei sardi: in apertura di match Viscovo si è opposto all’iniziativa di Sartor, bravo ad incunearsi in area e cercare il destro ad incrociare, nel recupero, sempre l’ex Crotone ha avuto i riflessi pronti sul destro secco di Piga, libero di concludere a rete. Nel mezzo, però, c’è stato il gran gol di Palmas: un colpo tanto preciso quanto potente sul quale l’estremo difensore irpino nulla ha potuto. Risultato che non è cambiato nemmeno nella ripresa quando Bucaro ha stravolto la squadra inserendo Betti, Gerbaudo e Alfageme al posto di Dondoni, Di Paolantonio e Mentana, ma l’occasione più pericolosa è stato un destro, sempre dalla distanza, di Tribuzzi con la palla fuori di un nulla. Nei minuti finali il tecnico irpino è stato anche allontanato in occasione di un calcio di rigore non concesso alla propria squadra. La svolta per l’Avellino era ad un passo, ma ora è inutile piangere sul latte versato