La vittoria del “Monterisi” solo un fuoco di paglia, poi un nuovo KO interno con il Trapani. La partecipazione ai play off del Benevento è aritmeticamente garantita, grazie al fieno in cascina del girone d’andata, ma il passo dell’anno solare quasi da retrocessione costa un momento molto delicato. E a pochi giorni dalla sconfitta casalinga, ha deciso di parlare in conferenza stampa il presidente, Oreste Vigorito, per analizzare il momento e rispondere ai dubbi dei tifosi.
Di seguito le dichiarazioni del numero uno del club sannita: “Voglio cercare di fugare dei dubbi che immagino che ci siano tra i nostri tifosi. Ho voluto il filo diretto perché molto spesso i tifosi che dicono un po’ meno lo sport durante la settimana hanno una visione parziale di quanto sta accadendo e risponderò alle domande dei tifosi. Se sono stato tanto o poco con la quadra non devo darne conto a voi, ma a me stesso dicendo se è tanto o poco. Ho speso 60 milioni di euro in quattro anni. Quando ero ragazzo lasciai un posto sicuro perché sognavo, la gente mi diceva che sognassi ad occhi aperti. Ho continuato a sognare, realizzandone molti e alcuni mi hanno portato a Benevento con gente che mi ha dato la possibilità di esprimere la mia passione. Quando una cosa si fa con passione si ha il vantaggio che ti spinge a superare gli ostacoli, ma creando simpatie ed antipatie. Le mie aziende sono fatte di persone per dare soluzioni, a volte do il mio contributo nelle scelte, poi faccio le mie valutazioni. Non credo che quelli che sono nel Benevento o altrove che abbiano la verità. Credo che ce l’abbiano quelli che fanno questo lavoro, i luoghi comuni tipici di una mentalità diversa non fanno parte della mia mentalità. Ho detto che avremmo ridimensionato la squadra, che molti dei giovani in ritiro erano soggetti alla valutazione dell’allenatore, chi pensa il contrario è in mala fede. Bisogna fare il passo avanti, o si crede che chi ha dedicato 20 anni dice quello che pensa o si ascoltano le telefonatine clandestine. Con ragazzi di 20 anni abbiamo fatto un grande errore: quando c’è il pieno salgono tutti, il problema sorge quando c’è da spingere. Pensavo che i giovani avrebbero avuto difficoltà all’inizio ed invece è successo il contrario. Dopo 19 partite sei primo in classifica, col miglior attacco e la seconda miglior difesa, vuoi che pensi di aver sbagliato? Un po’ di presunzione può averla anche uno che spende 20 milioni? E sono stato felice e la cosa bella è che erano d’accordo in tutta Italia, come esempio virtuoso. I giovani sono quelli che hanno 15 anni poi, non 21. Tornati dalle vacanze di qualche giorno, abbiamo rifatto la preparazione. Era il caso di comprare un altro giocatore? Ho sbagliato a non prenderlo, è evidente che non l’ho fatto per motivi economici. Il motivo è che fatta un’analisi con gli addetti ai lavori, abbiamo guardato in giro con uno scouting formato da 7 persone e tutti e 7 hanno detto che in giro calciatori più bravi di quelli che abbiamo non ce n’erano. Quando si è paventato che potevamo rompere il giocattolo, altro luogo comune. E non nelle ultime 24 ore, ho mandato una persona a Milano a mie spese per fargli prendere un calciatore per avere un centrale di difesa, dove si manifestava una difficoltà. Un centrale che su transfermarkt avevamo un valore di 60mila euro, mi hanno chiesto 2 milioni. E’ finito il tempo dei due milioni, più che affare era una rapina. Abbiamo poi chiesto un difensore di 26 anni ed è proiettato verso una bella carriera, ho offerto un milione e mezzo e non me l’hanno voluto dare. I miei collaboratori così mi hanno detto che potevano farne a meno. Siete veramente convinti che con due acquisti avremmo vinto? Era un’altra possibilità che avremmo avuto e non abbiamo sfruttato, ma non perché sicuri di vincere o risparmiare, ma perché persone che hanno una storia nel calcio mi avevano detto che si poteva andare avanti in quel modo. Ho preso Pazienza io, era un giovane che avevo osservato e che volevo prendere lo scorso anno al posto di Andreoletti. Qualche volta si indovina, altre no, Pazienza credo sia un buon allenatore, l’errore non è stato licenziare Auteri, licenziato per le stesse ragioni di Pazienza. L’ho richiamato perché mi sono reso conto che una squadra nata con Auteri difficilmente avrebbe trovato un altro allenatore capace di seguire certe cose. Io e Auteri abbiamo imparato in questi anni che il lavoro non è amicizia, i lavori sul campo si pagano io con i bonifici, gli allenatori con i risultati. Se non dovessimo arrivarci, torniamo alla promessa fatta in sede di presentazione delle magliette. La società ha offerte di qualche milione di euro, ho fatto contratti ai 18enni perché lo impongono le regole del professionismo, poi spetta a noi. Quest’atmosfera forse oggi dovrebbe essere messa da parte perché oggi andiamo a giocarci i Play Off. Noi non andiamo a fare le gite fuori porta, un esame di coscienza da parte di tutti. La tifoseria vuole protestare, la critica non nasconde la capacità di giudizio, ma la evidenzia ancora di più. Qua diciamo solo dove abbiamo sbagliato, questa è una città religiosa, magari si andassero a confessare. e’ vero che chi sogna rischia di rimanere deluso, ma alla fine qualcosa la realizza, chi dorme poi alla fine non realizza nulla. Negli ultimi 4 anni siamo retrocessi in Serie B, la A era tosta, in B il primo anno abbiamo fatto una semifinale per andare in A e siamo stati esclusi nella classifica avulsa. Il secondo anno se uno come me prende 4 allenatori e tutti quei giocatori con alle spalle la A e retrocede, forse qualche altra lettura andrebbe fatta. Non siamo stati attenti, torniamo alla parabola del figlio, ognuno dovrebbe mettere un GPS addosso al figlio. Colpa mia se Lapadula vuole andarsene, per esempio, colpa mia? Nessuno ha sentito voci strane su pressioni a questi giocatori? Non so se è vero se lo spogliatoio è coeso o meno, non lo so non faccio l’allenatore, vedere giocatori in mutande non è il mio desiderio. Alla fine forse abbiamo capito il perché qualcuno è scappato. Ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo fatto il primo anno di C dove Vigorito si è fatto tutte le trasferte, non va solo a San Siro, ma va anche a Monopoli, avendo i complimenti della gente. La mia risposta è che amo la Serie C. Il primo anno di A abbiamo fatto 4700 abbonamenti, poi abbiamo riempito contro Napoli, Juve e Inter. Ci avete applaudito quando siamo retrocessi e ve ne sono grati, ma poi ho detto che in A non prendo più certi giocatori. O siamo capaci di costruire una squadra con giovani fidelizzati, oppure in A non ci torniamo più, perché dureremmo 6 mesi. E’ la mia visione del calcio, se qualcuno ha una visione diversa ed un portafogli diverso, Vigorito comunque “vattene” non vuole sentirlo da nessuno. Vuole continuare ad investire, non voglio essere ringraziato ma voglio che sappiano che nel calcio non tradisco. Uno che giocando con una squadra pensa un’altra squadra, offende la gente comune ed io le persone vere non le offendo mai. Non ho il coraggio di quelli che stanno dietro la tastiera e non offendo mai le persone, al massimo mi limito a non averci rapporti. Vigorito rilancia ed ora mi vado a giocare il play off e spero che possano andare bene, perché è nella speranza che si cresce. Non trovo il fallimento. Quando Nunziante ha fatto tre parate consecutive sotto la Sud non ricordo di averlo fatto da solo, poi forse avremmo dovuto tenerlo più ovattato. SuperMario non l’ho chiamato io così, sono accusato di volergli bene. Come pres di Confindustria ho incontrato 7mila giovani e nessuno gioca a calcio, ho inserito un istituto per far trovare occupazione. Vigorito ama i giovani, forse per la malinconia di non essere stato mai giovane. Se io fermo l’orologio al 31 dicembre può pensare di aver fatto bingo, se lo faccio quest’anno penso di dover ricominciare dall’inizio. Bisogna trovare la giusta mediazione, valutare quelli che sono cresciuti. Credo che su alcuni elementi possiamo contare. Alcuni dei ragazzi sono molto interessati e legati alla maglia, altri probabilmente devono andare a maturare da qualche altra parte, altri che avete visto voi stessi come utilizzati e probabilmente lasciati liberi. Dal prossimo anno sarà messo in prova il salary cap, chi dovesse mettere più soldi avrà sanzioni. Io nero non lo faccio mai, perché durerebbe meno di un giorno. Questa è una regola fatta perché le realtà più grandi non vadano a fare certe spese per giocatori importanti. Il vivaio mi costa due milioni all’anno, quando arrivano a 16 anni sono liberi di svincolarsi, gli devi fare il contratto. Oggi ho un ragazzo nel vivaio che è richiesto dalla Juve, non è voluto restare neanche quando mi sono prostrato. La politica di domani è rinforzare il settore giovanile e migliorare l’inserimento e la crescita in prima squadra. Ci può stare la contestazione, ma io non ho mai offeso nessuno. Dire che uno manca di rispetto, dire i morti dagli spalti o che non capisci più niente, io non vi chiedo di scriverne. La mia televisione è stata maggiore accusatrice, ma mica ho sospeso le trasmissioni, come vi viene in mente che possa avercela con i giornalisti. Le critiche le accetto tutte, io odio gli insulti non le critiche. Non ho mai pensato di fare la guerra al pubblico, mi dispiace. Oggi siamo in rotta, hanno ragione sulla squadra. Facciamo 90 minuti e al 91esimo fischiamo. Devo ammettere che con il Trapani il pubblico si è comportato bene e mi sembra che così sarebbe il mio desiderio anche per il futuro. Poi alla fine dei giochi e quei sentimenti, filtrati dalla ragione, una volta che la polvere si sarà appoggiata sulla delusione, serviranno per toglierli e provare a fare una squadra migliore, quella che offrirà il mercato e che saranno felici di venire a Benevento. Non è che facciamo la Primavera, ma ricordato quando abbiamo giocato meglio e peggio. Sono ragazzi tranquilli, che a volte giocano con un attrezzo che gli diventa estraneo. Il futuro di Carli ed Auteri? Scrivetelo voi, lo leggo ogni mattina. Dire ad Auteri di andare via, accolto con grande signorilità, è stato molto doloroso perché è una persona perbene. Sta facendo un ottimo lavoro, a fine campionato vedremo insieme, capiremo le sue idee. Magari a lui non piacciono le mie idee, perché magari lo chiama qualcun altro. E’ un allenatore molto ricercato, ho avuto la fortuna di trovarlo in un momento di pausa. Ditemi chi abbiamo preso che non hanno vinto campionati, a parte De Zerbi che quando arrivato era all’inizio”.
Sul futuro e I Play Off: “Non attraversiamo un momento semplice è anzi una fase difficile. C’è amarezza da parte della società, una profonda analisi con gli addetti ai lavori. Dobbiamo superare questa confusione, mi auguro che si possa fare in tempi sufficienti per non fare un brutto Play Off. Come dicevano i troiani, io ho paura di chi fa le profezie. Io prendo impegni, non faccio profezie. Parlo agli uomini di buona fede, per gli altri è inutile. Finita la partita con il Cerignola abbiamo scontentato tre tifoserie contemporaneamente. Avessi avuto certi poteri non li avrei spesi certo all’Avellino, ma per il Benevento. Ad Avellino mi legano dei ricordi, ma da qui ad immaginare che possa fare il tifo per un’altra squadra creando un danno alla propria… Io ho un impegno con il Benevento Calcio, poi ho 150 dipendenti ad Avellino che hanno il diritto, come questi 88, della presenza del proprio datore di lavoro. Qualcuno ha pensato di sbattere sui Social che mi ero permesso di finanziare il basket di Avellino. Ha avuto un finanziamento di 30mila euro dall’IPVC, io sponsorizzo anche il rugby a Benevento che ha preso molti più soldi, per non parlare di altre cose che faccio. Parlare di appartenenza e dire che per aver dato 30mila euro li ho sottratti al calcio, vi dico che negli ultimi 4 terribili anni questa società ha speso 60 milioni di euro. Credo che 30mila euro corrispondano circa allo stipendio del magazziniere. Ho pensato che fare una conferenza a cuore aperto, se la ricevete con la stessa sincerità e la trasmettete, la cosa si assottiglia. Forse ci sono anche altri motivi, se vogliamo ricordare ogni peccato mortale, allora la lista è lunga, ci sono peccati ancora sotto la Procura. La società ha aperto anche le porte, quando lo chiedevate dovevate anche dire che erano dieci persone. Io le apro lo stesso, ma ditelo che sono dieci persone che lo chiedono. Lo so che ci tenete alla squadra, ma una cosa ho imperato dalla curva: il rispetto, che abbonda. Sono felice di stare a Benevento, non fatemi dire il contrario. Deve arrivare un signore che dice di fare meglio di me e voi dovete esserne convinti, io ho sempre detto che le chiavi sono qui. E non prendetela come una minaccia, come dite. Giocare con il giocattolo degli altri… il proprietario deve dartelo. Ci vuole un milione e mezzo al mese per avere il Benevento. Benevento mi ha dato molto in termini di affetto, ma l’affetto non ha prezzo, la delusione sarebbe scoprire che mi vogliono bene per quanto investo. Qualcuno ha messo in dubbio che io ami questi colori ed è questa la cosa che mi dispiace di più, che io abbia venduto questi colori per quelli dell’Avellino. Per questo ci resto male, anche se ne sono solo due e nessuno di questi è venuto a dirmelo in faccia. Credo che l’unica parola da riprendere è “insieme”, che vale quando uno cade e l’altro aiuta a rialzarsi”.
Una figura a Benevento nell’organigramma che conosce la città e che ha vinto col Benevento: “Marotta è un ottimo ragazzo e probabilmente un domani avrò un ruolo nel Benevento. Lopez si è proposto diverse volte, ma ho l’impressione che siamo fuori strada rispetto a quello che doveva essere un aumento di posti per i beneventani, come chiede il tifoso nei messaggi. Che una squadra di calcio di Serie C abbia 88 dipendenti oltre i giocatori non è anomalia, ma follia. Constato che il gruppo dei medici è tutto beneventano e tifoso del Benevento, professionisti seri che portano anche il secchio d’acqua. Popolo orgoglioso ma anche umile. Nella vita può succedere di tutto, ma anche che qualche giocatore esca da Benevento. Non credo che il solo beneventano abbia il timbro solo per nascita di beneventaneità, tra l’altro costerebbe anche di meno. Gori quando è venuto a sostituire il portiere di prima, avete riempito i giornali che non sapevate chi era dato che era la seconda scelta del Taranto, erano le prime critiche per il mercato. Poi ha dimostrato di essere un grande professionista. Lo scorso anno quando la barca stava affondando ha detto che aveva bisogno di un anno sabbatico, non gliel’ho detto io e oggi sarebbe difficile inserirlo, a meno che non mandiamo via qualcuno. Gori è un bravo ragazzo, ma non gioca più in porta e non ha mai allenato e se vogliamo correre ai ripari abbiamo bisogno magari di alzare l’asticella. Non fraintendete, a lui ho dato le chiavi della società, lo denunciarono perché a bordo campo con una lettera anonima da Benevento e dovetti farlo allontanare. Ora me ne servirebbero dieci come Gori, ma credo che sia troppo tardi. Se uno se ne va, se ne va. La porta la teniamo aperta per uscire, si entra quando apro io la porta ed in questo momento non sarebbe una cosa giusta. Ho saputo ora di Bruno che ha esordito bene, non siamo mai riusciti a trovarci quando giocava, il calcio è così”.
Le domande dei tifosi e le risposte di Vigorito: “Nel Benevento lavorano 88 persone con 59 beneventani, oltre i giocatori. In una città si vive insieme ai cittadini. A me non sembra di avere il marcio nella società, forse sono ingenuo? Io continuo a sognare, mi auguro che anche voi abbiate la capacità di farlo e fare qualcosa come ho fatto io. Abbiamo preso 220 giocatori da quando sono qui, ora mi è venuta voglia di crescerli. Vi leggo un messaggio che mi hanno scritto: “La vera energia non è tanto quella di parlare di quanto è successo, ma di mettere insieme il dolore per quanto accaduto e spingere per i nuovi successi”. L’ho ringraziato e sapendo chi erano i veri disperati, l’ho girato a loro. Rimboccatevi le maniche per fare il nuovo. Noi siamo stati d’accordo in tutto quello che abbiamo fatto, non mando uno a Milano a spese mie per far finta di fare qualcosa. Ad oggi la stagione 24/25 costa 12 milioni di euro, la mia famiglia farebbe bene a presentare una mozione sulla mia capacità di pensare (sorride ndr). Avete mai conosciuto una persona che spende così e non vuole andare in Serie B? Gli offrirei 500mila euro al mese. Negli ultimi 4 anni ho avuto un errore di valutazione nei compiti di sorveglianza, brucerei due anni di questi la prima e la seconda retrocessione, poi gli errori sono umani. Chi mi contesta gli errori non può dimostrar nulla, che avrebbe fatto il contrario. Sono convinto che i due anni di B sono i due anni in cui ho sbagliato poiché ho delegato molto e ho dedicato meno tempo, non meno attenzione. I due anni di C posso solo rimproverami di non essere stato a casa quando avevo la febbre. Di aver dato tempo, attenzione e soldi, l’ho fatto con più rabbia di voi, perché dalla C voglio andar via, perché la società BENEVENTO CALCIO merita categorie superiori con una politica attenta e che guardi al futuro. Finché non darò io le dimissioni, lotterò per andare in Serie B. Riforma dei campionati di C? Anche chi ha più peso di me non è riuscito a farlo. Le categorie esistono per meriti sportivi, non per il nome. Credo che dovrebbe esserci una ripartizione finanziaria diversa per cercare di aiutare le squadre, non ridurre le squadra. Il calcio è della gente e alle persone non puoi togliere il piacere di andare allo stadio, ma lo devi mettere nelle condizioni di parità. Stabiliti i requisiti (strutture, bilancio ecc) allora facciamo le categorie, ma le categorie non possiamo farle sui nomi. Non è la storia a farti partecipare ai campionato, ma i meriti sportivi”.