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Benevento, Vigorito: “Ringrazio il pubblico. C’è rammarico, ma siamo pronti a ripartire e pensiamo già al domani. Auteri è un punto di partenza, ma è senza contratto: solo lui può decidere di perdere il posto”

Benevento, Vigorito: “Ringrazio il pubblico. C’è rammarico, ma siamo pronti a ripartire e pensiamo già al domani. Auteri è un punto di partenza, ma è senza contratto: solo lui può decidere di perdere il posto”

3 Giugno 2024 | by Domenico Passaro
Benevento, Vigorito: “Ringrazio il pubblico. C’è rammarico, ma siamo pronti a ripartire e pensiamo già al domani. Auteri è un punto di partenza, ma è senza contratto: solo lui può decidere di perdere il posto”
Benevento Calcio
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In sala stampa il presidente del Benevento, Oreste Vigorito: “Dopo un campionato come questo ed una partita che lascia l’amaro in bocca, riteniamo che allenatore e giocatori dovessero avere un po’ di riservatezza. Io ho qualche sconfitta nei play off e sono quello capace di mantenere tranquillità. Voglio ringraziare il pubblico, non è una sviolinata, non solo per i 90 minuti di tifo, ma per quello che riesce a fare nei momenti difficili. Cori e applausi dopo una sconfitta è una cosa che mi fa pensare che con questa città nei momenti importati ci si ritrova, perché abbiamo gli stessi valori indipendentemente da tutto. E’ importante anche vincere, ma è importante perdere con dignità. Il difficile non è cadere, ma rialzarsi e noi ci rialziamo. Come successo per 18 anni, significa ridare alla tifoseria non solo l’iscrizione, ma continuare un progetto. 

Ad inizio di questo campionato ho detto che avevamo due progetti: fare un campionato competitivo e valorizzare i nostri giovani, perché per come si sta evolvendo il calcio se non fai così sei costretto a morire. Avrei voluto raggiungere i due obiettivi, ma uno siamo riusciti a farlo. Portare 4 o 5 calciatori poco più che 20enni, credo che sia un grande merito. Il prossimo anno i nostri giovani non saranno più degli sconosciuti, ma hanno dimostrato. Hanno giocato con cuore e muscoli giovani e questo è il miglior auspicio per programmare la prossima stagione. In alcuni casi abbiamo dovuto sottostare alla legge di mercato e abbiamo dovuto gestire 33 giocatori. Volevamo fare un tipo di squadra, è stata una retrocessione traumatica, poi ci aggiungi le altre difficoltà ed essere arrivati in semifinale, vuol dire di aver fatto meglio delle altre retrocesse, ovvero ad un passo dal sogno. Ho detto in un’altra sconfitta di non mettere a posto le bandiere e va ai giovani questa frase, che magari non potevamo ricordarla. Posso promettere che non impiegheremo 90 anni per arrivare in B, ma che finché sarò qui noi proveremo sempre a tornare nella grande categoria. Abbiamo perso, ma torneremo un’altra volta. Una volta a mio fratello dissi di gestire il giornale, lui mi disse: un giorno cresceremo”.

Sul futuro di Auteri: “Non ha mai bussato alla porta per chiedere il rinnovo e questo è già un grande merito. Credo che sia seduto sulla sedia senza un contratto, ma è su una sedia. La può perdere solo lui. Noi abbiamo un programma per il prossimo anno da cui non ci tireremo indietro. Non verrà qualcuno a dirci cosa fare, noi diremo ad Auteri cosa vogliamo fare. Ne abbiamo parlato, ha la mia stima. Non enfatizziamo più nessuno, ma credo che uno come Auteri sia un buon punto di ripartenza. La parola corretta è che io sono rammaricato e non deluso, perché si era aperta una possibilità. Nonostante tutto potevamo vincerlo, ma non sono deluso perché non mi aspettavo di vincere un campionato. Noi abbiamo perso per due calci piazzati, questo ti fa rammarico”.

Sul prossimo anno: “Avremo una situazione completamente diversa da quella dello scorso anno. Abbiamo dei giocatori con diritto di riscatto su cui riflettere, gli altri sono di proprietà del Benevento. Possiamo dire di aver messo le basi e messe le basi solide è più semplice che ricominciare dall’inizio. Ho perso 10 giorni di ritiro a Roma per parlare con i ragazzi a spiegare che si cade, ma si hanno anche le palle di risalire. E’ stato inutile, se non per un paio di loro, ma questo non lo farò più. Ho capito che nel calcio la gratitudine è un nome difficile da adottare. Abbiamo un programma che tiene conto delle qualità di chi arriva qui e non della carriera e partendo con un allenatore che ti dà delle indicazioni è diverso. Chi subentra trova qualcuno che gli piace e qualcuno meno. Se partiamo con un allenatore ed uno zoccolo duro e riusciamo a realizzare le sue linee, allora vogliamo un campionato dignitoso e qualcosa di più. Una domanda da fare alla fine della campagna acquisti. Cosa voglio fare io ora? Vincere il campionato, ma poi c’è da vedere”.

Sui giovani e sul pubblico: “Il settore giovanile quest’anno è arrivato nelle fasi finali dei quattro tornei di riferimento. Questo ci dice che indietro c’è un’onda che continua a spingere, sono molto soddisfatto che è stato fatto. Sono semirammaricato, quando ti sei accorto che nonostante tutte le difficoltà eri lì e averlo visto sfumare, sin dalla partita con il Monopoli, nello stesso periodo nero di Andreoletti. Siamo rimasti dietro per i punti persi con le retrocesse”.

Su Carli: “Il bilancio va legato ai risultati? Sì, ma non è che li avrei confermati solo per il risultato. Ho l’abitudine di mettermi seduto guardando il mare e pensare. Penso a tutto tranne che all’aspetto tecnico, so vedere un calciatore se mi piace o no, ma dove deve giocare lo decidono loro. Credo che l’esperienza di Carli sia servita tantissimo. Siamo riusciti a prendere dei calciatori importanti solo gli ultimi giorni di mercato, perché se l’avessimo presi prima saremmo stati 40 calciatori. Avevamo un gruppo corposo di giocatori che addebitandoci la responsabilità di essere retrocessi. Ho detto ai giocatori in ritiro di avere almeno il coraggio di provare a rimediare quello che avevano combinato. La mia colpa non è solo quella di retrocedere, ma anche quella di pagarla così come si paga quando si vince. Come si fa a pensare che io non voglia andare nelle categorie superiori? Questa proprietà ha fatto la storia positiva, poi anche quella negativa di questa città. La stragrande maggioranza è sempre vicina. Ripartiamo da 15, 16 giocatori che stanno bene. I numeri li do con senso, dobbiamo arrivare ad una. rosa di massimo 24 calciatori”.

Su Ciciretti ed Improta: “Dico di chiedermi tra qualche settimana del loro futuro e magari di chiederlo a Carli. Sul futuro dei giocatori dipenderà anche dalle valutazioni di allenatore e direttore”.

Sul campionato di Lega Pro e la formula dei Play Off: “I Play Off sono la sconfitta del calcio, nascono perché la visione è dovuta a mantenere interesse su tutte le squadre, perché quando si delinea il vincitore sembra che poi il discorso si chiude lì. Quindi si è pensato a come tenere quante più squadre possibili coinvolte. Fare un campionato con squadre che con tanti punti di distacco poi te li ritrovi nei Play Off, guardate il Catania. Dicono sia il bello del calcio, sarà anche bello, ma non è giusto. Far fare un percorso di 38 partite e poi non essere promosso al secondo posto, ma ricominciare dall’inizio con tutti, anche con cui non ti sei meritato, e giocare ogni tre giorni per me è una cosa assurda. La motivazione è spettacolo, interesse, incassi ecc. che non hanno nulla. a che vedere con il calcio. Non li farei proprio i play off e non perché ne abbiamo persi una decina, ma perché il calcio è un’altra cosa. Non amo i play off e soprattutto non amo i play off che coinvolgono tutti i gironi. Mi piacciono i campionati regolari, quelli che sommano tutto l’operato di una stagione. Il Var andrebbe messo anche in C. Poi dovrebbero rispettare le regole, che se non hai il campo non puoi giocare a calcio. Invece quest’anno è successo di tutto. Lo stesso campo della Carrarese, per esempio Carli ha detto che nello spogliatoio c’erano le cose che c’erano quando giocava lui a calcio. Sono le difficoltà della Lega Pro, che per carità hanno tutti, però a me non piacciono. Il sistema non può diffidarmi ogni anno per il campo e poi permettere certe cose. Anche le condizioni di certi campi possono falsare il campionato, credo che la cosa migliore sia quella di pretendere il rispetto di regole elementari, come quella di avere un campo di calcio. Ogni volta che apri gli occhi e respiri fai esperienza e noi abbiamo vissuto qualche anno terribile. Quest’anno ci ha detto che qualche scelta va fatta e va fatta al momento opportuno”.

Sugli orari, circa 30 partite oltre le ore 18:30: “Abbiamo chiesto alla Lega di capire il perché di questa proporzione e come al solito sono i diritti televisivi. Questo può essere un lustro, perché vuol dire che c’è audience, d’altra parte ci sono difficoltà. Chiesi al presidente di valutare, arrivavano delle rassicurazioni, poi però arrivavano gli orari sempre in notturna”.

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