A poche ore dalla chiusura di un 2023 che è stato tutt’altro che positivo, il Benevento chiude l’anno proprio con un gran ritorno che riaccende entusiasmo e che permette di guardare con fiducia al nuovo anno. E’ il giorno di Gaetano Auteri che è stato presentato in conferenza stampa:
“Questo è un gruppo che ha qualità, non è sempre colpa dell’allenatore. Ho visto tante partite in questo periodo, dei problemi ci sono ma è un gruppo forte per la categoria. Se questo si è visto poco i motivi vanno ricercati. Ora è inutile parlare del passato, serve un percorso nuovo. Cercherò con il mio staff di valorizzare le risorse di questa squadra, non c’è stato questa grande espressione di rendimento, dovremo alzare i ritmi e puntare ad essere un blocco unico. Bisogna avere senso di appartenenza per questa maglia. Il nostro obiettivo ora deve essere focalizzato al 6 gennaio e avere subito un impatto diverso. Mi riterrò soddisfatto se faremo partite da squadra vera, se vivremo il nostro lavoro con grande senso di appartenenza. E’ nelle difficoltà che ti devi attaccare ai principi di squadra, è quello che dobbiamo trovare. Senza il senso di appartenenza non vai da nessuna parte, nel passato non lo so, saranno anche le categorie. Da questo punto di vista il calcio è cambiato in peggio, a volte di vive più di apparenza che di sostanza. Forse, in categorie più alte magari è un fatto fisiologico. Questo è un ambiente che mi piace, cercherò di trasmettere tutto alla squadra”.
La scelta del capitano: “Non ho pensato ai quattro capitani. Mi auguro ci siano 20 capitani”.
Rosa folta, Auteri spera di recuperarne qualcuno? “Giocatori che sono sotto contratto o che hanno altre intenzioni, io ne capisco poco, esistono le risoluzioni. Quando si hanno dei doveri, devi fornire delle prestazioni, capisco poco il non appartenere poco ad una comunità calcistica. Sono aperto e voglio le dimostrazioni in campo. Chi dimostrerà senso di appartenenza e voglia, giocherà. Il campo è giudice unico, le chiacchiere se le porta via il vento. Il mio dovere è dare un’identità forte. Non ho preconcetti, vivo di quello che vedo. I giocatori capiscono chi hanno davanti, entrare nella loro testa è determinante. I giovani? Sono stato sempre aperto a loro, il campo è giudice. Ora devi dosarli in questa situazione, senza caricarli di troppe responsabilità, ma credo sempre che sia il campo a decidere”.
Sulla tenuta atletica: “E’ un gruppo ben allenato, poi è chiaro che c’è qualcuno più indietro per i motivi che sapete. A questo punto del campionato le squadre sono tutte allenate. L’aspetto fisico conta a settembre e poi a marzo. Tatticamente potremmo fare tante cose, ma ora l’obiettivo è al 6 gennaio dove avremo scelte contate, per esempio, in mezzo al campo viste le squalifiche di Karic e Talia. Si può giocare in altri modi, ma ora un filo conduttore dobbiamo averlo”.
La chiamata di Vigorito e il ricordo di quella storica annata: “Me l’aspettavo? In realtà, ci speravo. Per la prima volta in carriera mi è capitato di stare così fermo, questo è un posto a cui sono legato. Mi era rimasto un piccolo nodo in gola, il presidente è una grande persona, mi ha fatto emozionare. Mi sono immediatamente catapultato. Ogni tanto si può fare come Spalletti, uno fa delle riflessioni, ma io no ed i motivi li ho appena descritti. Il passato resta scritto, ma si resetta tutto, penso al presente e al futuro. Io non sarei mai voluto andare via, i fatti di quel momento mi portarono a quella scelta. E’ la prima volta che mi capita di subentrare, ma con un pizzico di presunzione posso dire che ho esperienza e con questa si riesce a dosare tutto. Non si improvvisa, non c’è tanto tempo, abbiamo iniziato un percorso che dovrà avere un crescendo continuo da ogni punto di vista. I risultati poi ne saranno la naturale conseguenza. Quello era un gruppo che ne girone d’andata c’erano delle dispersioni, tolte quelle dispersioni, quello è stato un gruppo fantastico, con grande senso di appartenenza. Qui si deve parlare di collettivo, la prima cosa da trovare è l’unità di intenti”.
Auteri ritrova Marotta e Ciciretti: “Marotta è un gran giocatore, Ciciretti è un giocatore forte, ultimamente non ha giocato quasi mai, ma io sono aperto a tutti. Se Amato ha voglia di verificarsi dentro e fuori dal campo, allora avrà spazio, questo vale per tutti”.
Su Simonetti: “Credo che le sue qualità migliori siano prettamente offensive, poi è in grado anche di fare altro, ma preferisco mettere i giocatori in campo nella loro parte migliore. Perché costringere qualcuno a fare cose che lo possono limitare? Siamo duttili, vedremo le evoluzioni”.
Sul campionato: “L’aspetto agonistico e l’organizzazione sono determinanti. Le squadre che sono avanti fanno questo con continuità, per quanto riguarda il mercato sapete che non mi piace parlarne. Ci sono qui giocatori con qualità, ma le cose bisogna viverle”.
Sullo scarso rendimento offensivo: “Mazzeo è un po’ di parte con me (sorride ndr). Non c’è stata continuità fino ad ora, dobbiamo ricercarla. I gol materialmente magari li fanno gli attaccanti, ma dovremo migliorare tutti la partecipazione al gioco offensivo. Ci sono giocatori che hanno qualità e le hanno espresse poco. Non è facile trovare giocatori in questa categoria con qualità migliori di Ferrante. Cominciamo a creare le opportunità per fare gol. Sul prima non parlo”.