Il Benevento ufficializza gli ingaggi di Terranova e Ciciretti, due innesti che arrivano dopo il gong finale della sessione estiva.
Un bilancio di questo mercato lo fa proprio Marcello Carli, nell’odierna conferenza stampa:
“Vorrei spiegare scelte e situazione degli ultimi arrivi e concentrarci sugli obiettivi. Quando finisce il mercato i miei colleghi sono tutti convinti, per il mio carattere non è così. Abbiamo tenuto una linea che era difficile da mantenere e l’abbiamo mantenuta fino alla fine, tutti gli obiettivi magari no, ma per come siamo partiti è stato un lavoro bello tosto. Se fossimo riusciti a fare un po’ prima certe cose, sarebbe stato meglio, ma questo fa parte del mercato e per me è follia tenere aperto il mercato così a lungo. Questo è. Soddisfatto abbastanza, totalmente non lo sono mai. Soddisfazione per le operazioni dei giocatori che erano in uscita e che abbiamo fatto. In entrata sono contento per tutti. Avevamo o la strada di essere ricattati e svendevamo tutto, o avevamo la nostra idea di calcio, che sapevamo che sarebbe stata difficile e siamo orgogliosi della linea mantenuta. Acampora e Moncini non sono stati regalati, abbiamo la proprietà di tutti, abbiamo dato giocatori dalla C alla B ed il club ne ha sempre la proprietà”.
Gli infortuni di Ciano e Meccariello ed il ritorno sul mercato. Le mosse fatte oppure meno:
“Difendo le mie scelte e ringrazio il pres. So che il calcio è fatto di emozioni istantanea, ho visto calciatori osannati per le ultime 5 fatte bene dopo un campionato mediocre. So che davanti la difesa abbiamo qualche problema, ma sono convinto di aver preso un ragazzo fortissimo che ha qualità morali e tecniche, sono convinto che Alfieri è un nostro prodotto. Io credo che il Benevento ha una squadra di giovani che possono crescere, ma dobbiamo metterli nelle condizioni di farlo. Non dimentichiamo Kubica, ha avuto un problema al piede ed è rientrato al gruppo, non posso prendere 3 giocatori per tre partite. Quando stanno tutti bene poi che faccio? Abbiamo una rosa con 22 giocatori che non facevamo parte della rosa dello scorso anno. In questa situazione di lavoro c’è stato il problema del giocatore davanti alla difesa, c’è stata l’opportunità di Agazzi e ritenevamo che sarebbe stato il giocatore al caso nostro, consapevoli che sarebbe mancato nelle prime partite. Poi abbiamo Tello, che il mercato non ha messo nelle condizioni di andare via. Noi abbiamo ceduto solo quando le proposte erano proporzionali al valore dei ragazzi.
Tello era un discorso più grande, Karic era partito bene, gli era stata fatta mezza proposta e il ragazzo ha passato una decina di giorni tra le nuvole, ma nella nostra testa non abbiamo mai pensato di cederlo. Ha avuto un momento di sbandamento e l’allenatore quando ha visto che è calato ha fatto le sue scelte. Ora si sta allenando bene e il campo parlerà.
Questo vale anche per la difesa, abbiamo Viscardi che secondo noi è forte. Ci siamo mossi pensando questo, poi si fa male il nostro giocatore più esperto e ci siamo messi subito in moto”.
Giocatori in uscita e poi rimasti, Carli chiarisce: “L’unico è Improta. Abbiamo deciso vedendo i comportamenti dei ragazzi. Ci vuole l’onestà di sapere da dove siamo partiti. Siamo partiti da una situazione tecnicamente disastrosa con un pres che aveva voglia di ripartire. Bisognava per forza tirare una linea. Avevamo delle situazione che dovevano però ritrovarsi poi nelle dinamiche di mercato. Quando ci sono state le condizioni lo abbiamo fatto. Su Improta, il ragazzo è venuto con professionalità dal primo giorno senza far problemi, diversamente da altri, mi sono preso io la responsabilità di parlare col ragazzo in modo leale. Non ha fatto una piega, mi ha detto che sarebbe rimasto con voglia ed orgoglio. Sugli altri non avevamo dubbi. Sorrentino ha rinnovato, tutti i giovani hanno contratti pluriennali”.
Sulla difesa: “Abbiamo diversi giocatori che possono essere adattati. Io prendo i giocatori che mi piacciono. Bisogna essere bravi a trovare anche delle soluzioni”.
Sui giovani: “Tutti ne parlano, poi sbagliano mezza partita e sono i primi condannati. Avevamo la possibilità di cedere tutti i giocatori che non hanno mai giocato e mandarli in prestito, ma abbiamo fatto una scelta più difficile ma più seria. Sappiamo che avranno meno possibilità, ma così li alleneremo noi e così potremo conoscere il vero valore di questi ragazzi. Li teniamo e li valutiamo per capire da qui se continuare ad investire su di loro. Ne abbiamo tenuti 4 o 5 in più, Veltri lo abbiamo dato perché avrebbe giocato con più continuità, per gli altri non era così”.
Sul portiere: “Ho Paleari che è importante e sono stato chiaro con lui. Non avrei ceduto gratis un portiere su cui era stato investito tanto. Manfredini ce lo teniamo stretto perché può fare anche il titolare e su Nunziante non si è mai pensato di partire su Nunziante. Abbiamo pensato che doveva stare con noi allenarsi e fare poi il portiere in Primavera 2”.
Su Ciciretti: “Su Terranova il discorso è evidente. Non c’entra l’infortunio di Ciano, è venuta fuori questa situazione e l’ho chiesto al pres. Ho incontrato Ciciretti a Roma, gli ho detto cosa penso di lui. Non è un rinforzo in questo momento, perché deve decidere se smettere di giocare a calcio o se fare la differenza. Mi ha dimostrato anche in sede di contratto di crederci, ci ha dato dieci dimostrazioni che voleva venire e rimettersi in gioco. Qui troverà un ambiente che farà di tutto per lui se ritorna giocatore. Se tornerà giocatore, lui è un giocatore importante. Ora deve voler bene a se stesso, mettersi lì e lavorare. Ora non è un giocatore di calcio, lo dico tranquillamente perché l’ho detto anche a lui, ma ho visto nei suoi occhi la voglia. Sono certo che si comporterà bene e se si recupera, ci ritroveremo un giocatore importante”.
Su Ferrante: “Ceduto Moncini, per il gioco del mister votammo un giocatore che facesse anche la fase di non possesso. Poi decide Andreoletti con chi farlo giocare”.
Sulla cessione di Letizia: “Sono convinto che anche per il ragazzo non era il momento giusto per giocare qui. Anche per il suo bene lo abbiamo mandato per ritrovare quegli stimoli, qui non crediamo che avrebbe potuto dare vantaggi”.
Sugli obiettivi: “Se l’obiettivo che abbiamo in testa non corrisponde alle potenzialità, saremo sempre degli infelici. Voglio soffermarmi qui. Non è mai successo che una squadra retrocessa dalla B, sia risalita l’anno successivo. E qui c’è stata una retrocessione sanguinosa, perché gli obiettivi erano alti lo scorso anno. Il nostro obiettivo è dare un’anima a questa squadra. Diversamente si prenderebbe una strada che non porterebbe da nessuna parte. Avremmo bisogno di un po’ di tempo, ma tanto so che non c’è la darà nessuno. Non so quanti sono felici di giocare in C, noi lo siamo e siamo pronti a ripartire. Questo è quello che possiamo promettere. Il Catanzaro per essere quello che è ci ha messo tre anni. Non pensare che voglia mettere le mani avanti, la sconfitta di domenica mi ha devastato, io voglio sempre vincere, ma so anche da dove parto. Vogliamo ricreare un’anima a questa squadra. Noi siamo un cantiere aperto, siamo in ritardo in certe cose e dobbiamo passare questo mese. La priorità ora è di creare un gruppo forte”.
La fascia di capitano: “Abbiamo le idee molto chiare, lo dirà il mister domenica in conferenza stampa”.