E’ il giorno di Matteo Andreoletti. Il tecnico di Alzano Lombardo è stato oggi ufficialmente presentato, a pochi giorni dal raduno della squadra giallorossa e a dieci giorni dalla partenza per il ritiro di Roma. Con lui, il direttore tecnico Marcello Carli.
“Ringrazio tutti per essere qui. – ha detto il neo tecnico giallorosso – Voglio trasmettervi tutto l’entusiasmo che ho. Siamo sempre attenti a soffermarci sugli aspetti negativi, ma soffermiamoci anche su quelli positivi di una prima esperienza al sud. Ci aspetta un girone combattuto e con tanti derby con piazze importanti. Sono carico. So che ne uscirò più forte e maturo di quello che sono, servirà al Benevento e a me quest’esperienza. Mi piace una squadra aggressiva e che va forte, lavoreremo e lavoreremo tanto. Mi piace il calcio offensivo con un equilibrio. Sono integralista nel lavoro, non nell’aspetto tattico. Non ho uno schema preferito, ma ho delle idee e quelle non le cambio. Stiamo lavorando sulla base di un 4-3-3, ma è qualcosa di fluido e dinamico. Mi piacerebbe creare qualcosa che vada oltre i numeri, ma sempre funzionale alle caratteristiche dei miei giocatori.
Voglio una squadra di cui tutti si possano riconoscere ed essere orgogliosi. Il Benevento in C è una squadra importante e questo può essere un’arma a doppio taglio. Avevo voglia di provare una categoria superiore, poi a fine stagione ho ricevuto la chiamata di Carli. Quando ti chiama il Benevento, Carli e quando ti mostra quest’entusiasmo non puoi pensare ad altro. Mi son detto: “devo andare a Benevento. Sono uno ambizioso, se volevo andare in B lo scorso anno, figuriamoci se non voglio farlo qui. Il Benevento ha tutto per fare il salto ed ho voglia di farlo con la stessa società. La scorsa stagione sono stato un privilegiato, perché ho allenato un grande gruppo e mi auguro che sia così anche qui”.
A partire per il Mancini Park Hotel sarà comunque una rosa molto lontana da quella che, nelle idee, dovrà poi affrontare il prossimo campionato. Qualcosa a cui Andreoletti è preparato: “Ci siamo trovati dal primo minuto con il direttore, non è tutto da buttare. Non è questo il momento di parlare di mercato, ma ad oggi il Benevento ha tantissimi giocatori di qualità, con tanti giocatori che rientrano dai prestiti. Sono convinto che potremo far ricredere tante persone, il mio compito è di metterli nelle condizioni di potersi esprimere. E’ giusto che chi indosserà la maglia del Benevento sia convinto di rimanere, chi resta deve essere orgoglioso come lo siamo noi. Non sono un amante delle mille amichevoli, mi piace lavorare sul campo più che fare tante amichevoli”.
Leader e senso di appartenenza: “Il senso di appartenenza non è baciare una maglia. Voglio una squadra di cui i tifosi siano orgogliosi, al di là di un episodio fortunato o meno al 95esimo. Se lavori sempre sei destinato ad ottenere il massimo. Non posso parlare del passato perché non c’ero, ma voglio che ora si parta con un’idea nuova. Leader tecnici non ne mancano, per leader morali oggi non posso dare una risposta perché non conosco gli uomini. Conosco i calciatori, non gli uomini. Dobbiamo essere contagiosi di entusiasmo”.
Il paragone con De Zerbi? “Mettiamo i puntini sulle “i”, lui è bresciano ed io bergamasco (sorride ndr). Ci accomuna il modo di intendere il calcio. Sento sempre parlare in maniera positiva del ricordo di De Zerbi a Benevento, mi dicono che la squadra sia uscita tra gli applausi dopo una retrocessione. E’ esattamente quello che intendo quando parlo di essere orgogliosi della propria squadra”.
Andreoletti e la città: “Mi ha impressionato il fatto che ogni dipendente del Benevento abbia le condizioni ideali per fare il proprio lavoro. Quando una società toglie alibi ai suoi dipendenti, sia legittimata a chiedere il massimo. Le strutture sono fuori categoria. Vorrei vivere in città. Non sono sceso col giubbotto antiproiettile come in “Benvenuti al Sud””.