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Benevento, Cannavaro: “Col Palermo è una finale e le finali vanno vinte”

Benevento, Cannavaro: “Col Palermo è una finale e le finali vanno vinte”

3 Dicembre 2022 | by Domenico Passaro
Benevento, Cannavaro: “Col Palermo è una finale e le finali vanno vinte”
Benevento Calcio
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Il Benevento ora va a caccia della svolta casalinga per dare una definitiva accelerata in classifica. La gara con il Palermo aprirà un trittico di partite in sette giorni che potranno anche cambiar fisionomia dell’attuale graduatoria della Serie B.

“E’ uno scontro diretto, per me è una finale e le finali vanno vinte. – ha detto Fabio Cannavaro alla vigilia della gara col Palermo – Il Palermo è vivo, dovremo essere bravi ad evidenziare i loro limiti”.

Sulle condizioni dei singoli: “Sulla carta iniziamo ad avere numeri buoni. Tello ha recuperato ma va gestito, Schiattarella si è allenato solo oggi con la squadra. Torniamo al discorso della gestione, ci sono giocatori che stanno rientrando e dobbiamo cercare di fargli fare minutaglie. Ciano sta recuperando, non so le tempistiche che dipendono dai dottori, ma siamo fiduciosi su Ciano e Veselj”. 

Difesa a tre o quattro: “A Reggio eravamo tre difensori per un attaccante, poi dovevamo recuperare. Il 3-5-2 ti obbliga a recuperare palla nella tua metà campo, con altri sistemi puoi avere una pressione più alta. Se uno è concentrato, può giocare in qualsiasi sistema di gioco”. 

Sulle scelte e la gestione della settimana: “Ci sono tre gare in sette giorni, giocatori che devono recuperare la forma. Dovrò esser bravo a cercare di coinvolgere tutti. Sappiamo che tanti sono stati fuori, dobbiamo pensare che domani per noi è una partita importante, perché giochiamo in casa e vogliamo continuare a fare cose importanti”.

Differenza di rendimento in casa e fuori: “In casa devi osare di più ed avere quella personalità. Al di là di questo, la squadra è in crescita, i ragazzi stanno assimilando le mie idee. Il lavoro sta venendo fuori. In casa abbiamo affrontato squadre forti, al di là del momento che stavamo attraversando. L’ambiente è fondamentale, qui ho visto sbalzi di umore tra vittoria e sconfitta. Non possiamo permetterci di assorbire una sconfitta dopo quattro giorni, così come non possiamo essere euforici per 7 giorni per una vittoria. Il calcio è così”.

Schiattarella e Viviani insieme? “Possono giocare. Sono abituati a giocare nella stessa posizione, ma devi essere bravo anche a ruotare. Quando un giocatore è intelligente alla fine giochi a calcio, parlano la stessa lingua”.

Sul Palermo: “Hanno a volte problemi con i risultati, ma la vedo una squadra viva con un allenatore di esperienza. Non a caso non hanno cambiato, perché sanno che stanno facendo un buon lavoro”.

Gli errori di Pastina: “Se non ha smaltito dopo una settimana ha problemi (sorride ndr). Dobbiamo essere bravi già in campo a superare certi errori che esistono nel calcio. Alternative? In questo momento sono fuori, sono giocatori che ci permetteranno di avere un po’ più di esperienza quando rientreranno. L’emergenza non è finita”. 

Su El Kaouakibi: “Può fare il terzo, terzino o quinto. Ha fisicità e dobbiamo mettere in condizione, anche se sta già bene a livello aerobico. Mi piace perché è sempre allegro e positivo, ma va gestito anche lui, non possiamo pensare di buttarlo in campo per 90 minuti”.

Su Karic: “E’ un giocatore che ci dà equilibrio, gli ho chiesto di fare qualche gol in più. Ci sono delle situazioni che domani valuterò bene e in base a quello deciderò, i ragazzi si sono allenati bene e questo mi permette di decidere in serenità”.

Sull’attacco: “Spero di dare minuti a chi sta rientrando. Forte vive di gol, ci parlo spesso e mi piace come ragazzo per l’atteggiamento. Gli ho spiegato che questi periodi per gli attaccanti arrivano e vanno superati con la serenità. Sarà una partita emozionante per La Gumina, ma deve far gol. Farias non lo conoscevo come persona, l’avevo visto come calciatore e c’è sempre quella cosa che ha le qualità ma gli manca la continuità di intensità. Va a sprazzi, io gli chiedo sempre di venire nel vivo del gioco. E’ in crescita, lavora ogni giorno per migliorare e sorride, fondamentale per un brasiliano. Aiutati che Dio ti aiuta, dipende da lui”.

Responsabilizzare i giocatori: “Per me è importante. Non sono ragazzi viziati, per me il dialogo è fondamentale però quando commettono degli errori, sanno che come mi arrabbio negli spogliatoi, sono onesto anche pubblicamente. Son ragazzi e per me possono sbagliare e commettere degli errori, ma lavorano in un gruppo e le regole valgono per tutti. Solo se andiamo in un’unica direzione possiamo fare qualcosa di importante”. 

Sui Mondiali: “In tanti sono sorpresi dalle asiatiche, pensando che il calcio sia solo in Europa. Non è così, il calcio è cresciuto ovunque e le batoste che hanno preso le europee dimostrano che bisogna darsi una svegliata. Conosco la scuola giapponese e coreana e per me non è una sorpresa. Mi ha fatto piacere, perché pensi che in Asia vai a fare le vacanze e non è così”. 

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