Spontaneità, profondità di pensiero, umiltà, personalità e poi una grandissima competenza calcistica che lo rendono una sorta di profeta. Sono gli ingredienti di Roberto De Zerbi sempre più personaggio in un mondo pallonaro dove lui a dispetto di chi va trionfare ipocrisia, attaccamento al Dio denaro ed altri fattori poco belli, fa prevalere le sue idee, la coerenza, la disponibilità e soprattutto valori che vanno al di là della performance tecnica. Tutto il mondo è rimasto strabiliato di fronte al suo comportamento in occasione della guerra in Ucraina. Lui è stato l’ultimo a lasciare la nave dopo che si era assicurato che tutti i suoi atleti erano al sicuro, mettendo addirittura a repentaglio la sua vita. Comportamenti che sia pure con situazioni totalmente diverse ha sempre applicato nei suoi spogliatoi. Non è un caso che, sia pure giovanissimo, gli sia appena stato attribuito il prestigioso premio Bearzot 2022.
De Zerbi che nel suo curriculum conta circa sette mesi alla guida del Benevento nel primo anno di A e che sono stati talmente intensi da far sembrare la sua permanenza lunga di anni nel nostro Sannio, è stato ospite telefonico ieri sera della trasmissione Freesport in onda su Labtv. Una chiacchierata in famiglia, tra amici, ma anche una giusta celebrazione delle sue doti. Nel corso dell’intervista, ha decantato le doti del Sannio giallorosso ed ha anche confessato una sua aspirazione. “Penso sempre a quei mesi trascorsi a Benevento, al pubblico, a quella stagione. E’mio motivo d’orgoglio ciò che abbiamo fatto, il discorso portato avanti, al di là della dolorosa retrocessione figlia di altri momenti e situazioni. Mi accade spesso nel corso di giornate, in questi anni, ricordare ancora quell’ultima partita contro il Genoa in casa dove l’intero stadio a fine gara per lunghi minuti ci applaudì. Quella squadra, quella del girone di ritorno non era retrocessa come gioco, punti e comportamento. C’erano calciatori forti come Tosca, Sagna, Diabate, Djuricic, Sandro, Guihlerme messi a disposizione della società”. Poi sollecitato dal messaggio di una tifosa che lo invitava a tornare a Benevento dove tutti lo aspettano, lasciando tutti basiti ha detto: “Mi piacerebbe tornare a Benevento con Vigorito. Lui è un presidente particolare, ricordo ancora i pranzi che facevamo, dove per tre minuti si parlava di calcio e per il resto di altro. Attenzione non vorrei che venissi frainteso, non voglio prendere il posto di Caserta che è mio amico e con il quale ho anche giocato insieme. Ma ho messo in preventivo un giorno di tornare a Benevento, naturalmente con Vigorito che non è un presidente, ma il presidente…”
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