Il Benevento ritrova se stesso, lo fa nella gara dove all’errore non ci sarebbe stato possibilità di rimedio. Stavolta la Strega non stecca nell’appuntamento che diviene di svolta, passa il preliminare Play Off di B al “Del Duca” contro l’Ascoli grazie al protagonista che tanto era mancato nella seconda parte della stagione regolare, Gianluca Lapadula.
Fabio Caserta si affida proprio all’esperienza di giocatori come Glik, Letizia e proprio il nazionale peruviano, effettua il reset annunciato, azzerando gerarchie e non solo. Rispolvera Masciangelo, ritrova e da’ fiducia al suo pupillo Calò, lo fa lontano dal “Vigorito” in una trasferta che poteva anche tramutarsi in un vantaggio per una squadra bloccata psicologicamente, ha saputo farlo. Perché è vero che la gara inizia con tanta apprensione e molto nervosismo, un duro scontro di gioco al decimo minuto che è letteralmente al sangue nella testata tra Bellusci ed Acampora, ma le gambe tremano anche ai padroni di casa. L’Ascoli si fa pericoloso nelle prime battute, Paleari è attentissimo, finché col passare dei minuti la testa si sblocca, resta la freddezza dell’esperienza di molti dei giocatori schierati da Caserta e alla prima giocata utile, gli ospiti passano. Minuto 38, Letizia si accende, mette in corsa Masciangelo che col sinistro disegna un cross scavato che indirizza la sfera proprio tra i due centrali di difesa, laddove si inserisce – colpevolmente dalla parte bianconera – uno come Gianluca Lapadula, che davanti alla porta non perdona. 1-0 Benevento, la mente si alleggerisce e si va negli spogliatoi come chiunque nel Sannio avrebbe firmato alla vigilia. Nella ripresa col passare dei minuti si fa sempre più dura per l’Ascoli, il Benevento si mantiene ordinato, rinuncia talvolta ad attaccare come meglio potrebbe, lo fa per non lasciar spazi vuoti dietro. Acampora finisce la benzina, lo seguirà Letizia per un problema fisico, Caserta studia le mosse e passa a tre dietro. Squadra ordinata, c’è un po’ di apprensione ma esce ancora l’esperienza. Laddove non arrivano i centrali, ci sono ancora i guantoni di Super Paleari, a cinque dal termine il colpo di testa di Dionisi fa correre un brivido ai 500 tifosi sanniti del “Del Duca”, con loro ad altre tante migliaia incollati ai teleschermi. “Il portiere è mezza squadra” dice qualcuno, Paleari conferma. Esultano ora i 500, l’incredulità e l’urlo strozzato in gola per i restanti 11mila di Ascoli. Il finale è un recupero che sembra mai scadere, ma a perdere i nervi sono i padroni di casa che vedono col passare dei secondi un sogno sfumare. Capitan Dionisi finisce anche per lasciare i suoi in 10 per una manata a Calò che, intanto, era finito a terra per un duro contrato di gioco con Saric. Finisce con la gioia liberatoria di squadra, allenatore, staff. L’abbraccio tra Caserta e Foggia è la tensione che finalmente si allenta, i festeggiamenti sotto il settore ospiti con Lapadula davanti a dimenticare il passato, i sorrisi dei restanti a dire, come scriverà poi Foulon che “la Strega è più viva che mai”.
Ritrovano se stessi, ritrovano il feeling con i tifosi, immediatamente sembra essere scoccata di nuovo la scintilla. E non è solo l’1-0, il risultato sul campo, ma ciò che significa per un popolo intero, ciò che la squadra è stata finalmente in grado di interpretare. A chi ancora si chiede a cosa servano i confronti, gli allenamenti a porte aperte… Che guardi e, se vuole, creda. Nulla ancora è stato fatto, Ascoli è solo il primo gradino di una nuova scalata. Ora c’è il doppio confronto con il Pisa, il tecnico esorta la piazza e spera in un “Vigorito” strapieno per martedì. Finalmente, Strega!