“Tiki-taka”, “costruzione dal basso”, “sarrismo”: quante se ne sentono dire ogni volta per propugnare l’azione offensiva di una squadra alla disperata ricerca del gol? Di solito è materia per le squadre di medio-alta classifica che godono di buoni mezzi, ma faticano ancora a raggiungere il livello delle big. Talvolta, però, persino le formazioni più blasonate provano a sposare qualche filosofia di gioco apparentemente rivoluzionaria per rendere al meglio o uscire fuori da un periodo particolarmente sfortunato. Si pensi al “cholismo”, uno stile però perlopiù difensivista, spesso paragonato addirittura al tipico catenaccio italiano.
Eppure, in barba alla tradizione, quest’anno anche l’Atletico Madrid ha collezionato bei numeri in zona offensiva, segnando più di 60 gol nella Liga. Il merito è anche di quel Luis Suarez vicinissimo alla Juventus lo scorso settembre e che alla fine ha dovuto virare sulla destinazione spagnola dopo i problemi burocratici sorti in Italia. Il Barcellona, comunque, è andato in rete in molte più occasioni rispetto ai “colchoneros”, realizzando un’ottantina di marcature. Sotto quel punto di vista, Messi & co. non si battono, perlomeno in Spagna.
In Italia sono soprattutto Inter, Napoli e Atalanta a gonfiare la rete. Gli orobici avevano già registrato il miglior attacco della Serie A nella scorsa edizione e anche quest’anno hanno rispettato le aspettative, pur perdendo una pedina importante come il “Papu” Gomez. L’Inter, invece, ha trovato in Lukaku-Martinez la coppia più prolifica dello Stivale. Più deludenti il Milan e la Juventus, nonostante la presenza di due bomber già storici come Zlatan Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo: il portoghese ha addirittura segnato da solo più di un terzo dei gol complessivi della sua squadra. In ogni caso, la lotta per il vertice in classifica si è protratta per quasi tutto il campionato, lasciando aperta per le big solo la disputa per il quarto posto in Champions nelle ultime giornate.
In Germania il Bayern Monaco non è mancato all’appuntamento con il gol e porterà come prevedibile il suo Robert Lewandowski alla vittoria della Scarpa d’oro, persa l’anno scorso per un soffio a favore del laziale Ciro Immobile. In Francia il miglior attacco è invece del solito Paris Saint-Germain: non potrebbe essere altrimenti per chi dispone sia di Neymar sia di Mbappé in rosa. Anche Mauro Icardi ha dato il suo contributo, pur rimanendo ben lontano dallo score che vantava ai tempi dell’Inter. In Premier League, infine, sono state le due squadre di Manchester a segnare più di tutte: non a caso proprio “citizens” e “Red Devils” sono stati al centro della corsa per la vittoria del campionato.
Quando il reparto offensivo è così collaudato, anche capire chi scriverà il proprio nome nel tabellino dei marcatori risulta più semplice. Persino chi è abituato a sfornare pronostici sulle squadre che segnano a raffica e sa cosa significa l’esito handicap nelle scommesse finisce col trarre vantaggio dal volume di gioco espresso dai top player in giro per il mondo. Quanto più un giocatore colleziona statistiche, tanto più le sue prestazioni vengono prese in esame anche da chi si diverte tra schedine, fantacalcio e videogiochi. Quante implicazioni che ci sono nell’essere un bomber!