26 ottobre 2010-26 ottobre 2020. Sono trascorsi dieci anni, ma il vuoto per la sua scomparsa resta sempre grande. Anzi sembra che ci abbia lasciato da pochissimo, considerato che tantissime cose, al di là del nome dello stadio, riguardanti la navicella Benevento Calcio, ci riportano a lui. Anche i successi di oggi, frutto di un profondo e competente lavoro di organizzazione e ristrutturazione che attuò a partire da quel 17 marzo 2006, il giorno dell’avvento ai vertici del club giallorosso della famiglia Vigorito.
Oggi, dunque, è un triste anniversario della scomparsa di un uomo che per il popolo che ama la Strega, alla pari dei vari Carmelo Imbriani, Komi Tchangai, Italo Antonio Bocchino, Carlo Fracassi, Mario Cotroneo tanto per citarne solo alcuni, era amatissimo.
Ciro Vigorito è stato l’ideatore ed il costruttore del miracolo. Quello che ha lasciato tantissimi insegnamenti ancora attualissimi. Lo stesso fratello Oreste ha sempre attribuito al germano immense doti di competenza, passione, coerenza, trasparenza e rigore. Lui sembrava rude, ma era solo all’apparenza. In effetti era sensibile, pienamente votato alla causa giallorossa, autentico educatore (ricordiamo la riorganizzazione del settore giovanile con la scoperta e il lancio di vari giovani anche locali con la vittoria storica dello scudetto Berretti), grande ascoltatore e legato al territorio. Il suo Benevento Calcio a livello di collaboratori, tecnici, ragazzini giustamente dava secondo logica priorità al territorio, al senso d’appartenenza, all’identità, ma seguendo quelli che erano i suoi sacrosanti principi di sportività, crescita morale, educativa e poi agonistica, programmazione, importanza verso gli atleti e le persone. Tanti gli esempi, tanti i ricordi, ma soprattutto quelli legati a cercare di non fare torti a nessuno, a farsi amare e apprezzare come società da tutti, a non creare particolarità e soprattutto ad essere aperti verso la gente e il popolo sannita in maniera spontanea, costante e concreta. La sua preoccupazione era sempre quella di agire nel giusto e per il bene di tutti e tutto: atleti, entourage, operatori della stampa, gente comune.
Sicuramente da lassù anche lui, “Ciro il grande” come fu soprannominato dopo la sua morte, sta godendo per questi anni di gloria dei quali lui è stato uno dei fautori.