Confessioni pubbliche di Roberto De Zerbi a Freesport in onda tutti i lunedì sera sulla nostra emittente Labtv. In collegamento telefonico l’allenatore che attualmente è considerato tra i migliori in Italia e seguito addirittura da diversi top club europei ha parlato di tutto, tra presente e futuro ed anche del “suo” Benevento. Innanzitutto ha iniziato confermando una delle sue doti, l’umiltà, quando pubblicamente ha elogiato l’opinionista Pedro Mariani, dicendogli che era uno dei suoi idoli da bambino quando indossava la casacca del Brescia, la squadra della sua città. Il Sassuolo occupa attualmente il secondo posto, pratica il calcio più bello e spettacolare della serie A ed inoltre ha mandato contemporaneamente in nazionale tre calciatori della squadra emiliana, fatto mai verificatosi per una provinciale. Questa è un po’ la sintesi degli effetti dezerbiani.
“E’vero durante l’estate mi hanno cercato dei club prestigiosi (Roma e Torino ndr), ma non c’è stata mai nessuna trattativa – ha esordito De Zerbi – perchè avevo deciso di restare col Sassuolo. Io alleno per divertirmi e per cercare di migliorare e si tratta di cose che dove sono attualmente sto facendo, di conseguenza non ho interessi a cambiare o altro. Il calcio è la mia vita ed oggetto continuo di studio da parte mia e del mio staff che mese dopo mese registriamo esperienze e crescite costanti e questo conta come allenare il Barcellona…”
Poi si è passato a parlare di questa stagione che ha visto giocarsi già quattro giornate in pieno clima Covid.
“Vedo il campionato come l’anno scorso per quanto concerne la zona alta, mentre in basso si sta registrando un certo livellamento. Rispetto a tre anni fa o all’anno scorso non vedo la formazione cuscinetto già rassegnata a svolgere il ruolo di vittima sacrificale. Del resto le neopromosse Benevento, Spezia e Crotone non stanno facendo affatto male e le vedo già immerse nella nuova realtà, sarà sicuramente una lotta incerta. Difficile fare delle previsioni ora, forse è prematuro fra sei o sette giornate avremo forse un quadro maggiormente indicativo”.
Sul Benevento e chanches di salvezza questo il suo parere
“All’Olimpico contro la Roma nonostante la sconfitta con lo stesso risultato del mio Benevento non mi è affatto dispiaciuto, lo sto seguendo e sta facendo bene. Una squadra bene organizzata con giocatori di esperienza. Con la Roma per lunghi tratti è stato in partita per poi cedere nel finale. Non so dirvi quante chanches ha di salvarsi io spero di sì e che faccia sempre punti fatta eccezione nelle due gare contro il mio Sassuolo. Del resto a Benevento ho lasciato tanti amici ed estimatori. Il presidente Vigorito, il direttore sportivo Pasquale Foggia, i collaboratori e tantissimi tifosi li sento spesso, ci contattiamo. Una parte di me è ancora da quelle parti. A Benevento come città e squadra mi legano ricordi incancellabili e questo non è una novità. E’stata una tappa fondamentale per la mia carriera”.
Poi conclude con alcune rivelazioni davvero particolari.
“Caclcisticamente parlando il giorno della vittoria corsara di San Siro con il Benevento è stata la mia giornata più bella. Sapevamo che ci serviva almeno un pareggio per non essere già retrocessi, andammo in campo a vendere cara la pelle giocando contro il grande Milan con voglia e cuore e vincemmo. Beffardamente il giorno dopo arrivò la sentenza della retrocessione, ma quel giorno provai orgoglio immenso e gioia per tutti quei tifosi che anche nell’olimpo del calcio si fecero sentire. E poi quel saluto della curva sud e dell’intero stadio a me e alla squadra in occasione dell’ultima giornata di serie A contro il Genoa è qualcosa che non si può dimenticare e del quale tuttora si parla nel mondo del calcio. Quei momenti valgono più della vittoria di trofei o altro…”
Chapeau ai sentimenti, al cuore, alla sensibilità di un grande allenatore come dimostrano i fatti, ma anche e soprattutto di un uomo che non dimentica.