Un bagno di folla a tinte giallorosse all’ingresso di Palazzo Paolo V dove questa mattina c’è stato l’incontro tra l’amministrazione comunale e la squadra del Benevento Calcio per il tributo di Benevento ad club che ha raggiunto un traguardo storico. “E’ stata una promozione diversa rispetto a quella dello scorso anno – ha detto il sindaco, Clemente Mastella – dove a regnare c’era più incredulità”. La replica del presidente Oreste Vigorito: “Lo sarà per voi, noi c’abbiamo creduto sin da subito. Mi hanno chiesto, quando abbiamo iniziato a pensare alla Serie A. Io ho risposto: dal 17 maggio 2006″. Il riconoscimento del Comune a società e squadra, premiati con una targa e medaglie, perché “siamo la terza realtà del Mezzogiorno in Serie A – chiosa il sindaco – e di questo dobbiamo essere grati al presidente Vigorito”. La palla passerà al Comune, con il quale ci sarà un incontro a breve soprattutto per trattare la questione stadio e far sì che anche la città possa far la propria parte in previsione del palcoscenico massimo, dopo lo sforzo della società che ha regalato all’intera comunità sannita un’occasione imperdibile e di notevole accelerata non solo dal punto di vista calcistico. Un’impresa epica l’hanno definita e nel giro di un anno il doppio salto. “Questi ragazzi hanno avuto un appuntamento con la storia”, dice Vigorito che ringrazia tutti coloro che hanno fatto parte di quest percorso, riserva parole speciali per il diesse, Salvatore Di Somma, “una quercia di questa montagna” lo definisce, oltre i meriti per Pier Graziano Gori “un beneventano acquisito”, Fabio Ceravolo e capita Lucioni. Lo stesso difensore centrale che ringrazia e conferma a tutti “è tutto vero, il prossimo anno giocheremo con Inter, Milan e Juventus”. Proprio quella stessa Juve che si è congratulata con Marco Baroni, un allenatore che non ama parlar molto e che evita la banalità: “Lascio a voi questo grande traguardo, a me rimarrà la grande esperienza vissuta con questi ragazzi”.
Un pensiero speciale, naturalmente, riservato anche a coloro che non ci sono più, Carmelo Imbriani e Ciro Vigorito, per il quale il fratello Oreste si sente “onorato per aver intitolato a lui lo stadio”. Un sogno che Ciro aveva cullato sin dal primo giorno, “mi ha lasciato con questo gran casino – sorridente e commosso patron Vigorito – ora abbiamo realizzato quello per cui lui ha contribuito”.
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