Seduta di allenamento mattutina a porte aperte per Lucioni e compagni nel bel mezzo della settimana che porterà alla trasferta di Vercelli. Contro la Pro il Benevento tenterà di tornare anche al successo in trasferta che manca dallo scorso Novembre a Terni. Con il Latina il chiaro messaggio al campionato di una squadra che non vuole porsi limiti e che ha dimostrato di starci tutta nei piani alti. Lo step successivo passa anche per qualche punto in più da conquistare fuori le mura amiche ed in questo senso le idee sono chiare. A confermarlo è lo stesso Marco Baroni, che ha parlato in sala stampa al termine della seduta tecnico-tattica di giornata, lui che tornerà a sedere in panchina dopo aver scontato il turno di squalifica sabato scorso:
“Non dobbiamo pensare al percorso della squadra avversaria, bensì al nostro. – ha dichiarato il tecnico giallorosso – E’ un campo ostico dove sono cadute squadre importanti. Dobbiamo andare lì vogliosi, perché vogliamo essere non solo belli ma anche più concreti fuori casa e questa è un’occasione al di là dell’avversario. E’ un campo piccolino dove bisogna capire il rimbalzo della palla. Senza alibi, dobbiamo pensare di andare a fare una partita vogliosa. Stiamo cercando la vittoria in trasferta, la dobbiamo centrare con la prestazione, con quella arriverà. Non deve diventare un’ossessione. In casa abbiamo la capacità di ottimizzare al massimo, nello stesso tempo secondo me dobbiamo porci questo obiettivo anche fuori”.
Non solo la classifica, perché i numeri espressi in campo di questa squadra confermano gioco e proposizione, meglio anche delle prime in graduatoria: “Questa squadra ha solo questa filosofia – ha detto Baroni – Non possiamo pensare di fare un calcio speculativo, come squadre che hanno individualità con diversa esperienza e qualità. E’ un terreno per noi difficile e quindi dobbiamo rimanere su quello che stiamo seminando, migliorando sempre qualcosina. Col Latina, per esempio, avremmo dovuto chiuderla prima, un po’ si può migliorare. Ma è una squadra che ha mentalità offensiva e non gli puoi dire di mettersi in area di rigore a difendere, non potrebbe farlo”.
Sugli infortuni, Baroni potrebbe dover fare a meno di Ceravolo: “Viola abbiamo deciso di farlo restare a riposo soltanto a scopo precauzionale, mentre Ceravolo ha un lieve affaticamento. Sia Eramo che Alastra hanno svolto oggi l’ultimo test ecografico e da settimana prossima dovrebbero tornare con il gruppo a lavorare. Valuteremo nel fine settimana anche Puscas, mentre restano fuori Del Falco e Padella. Cissè potrebbe anche fare la punta centrale. Mi ha soddisfatto anche la prestazione di Pajac, ha qualità anche se deve essere più sciolto. In quel ruolo sta lavorando anche Matera, lo spartito resterà quello, potrebbe cambiare qualche interprete”.
Cissè a sinistra, come Mandzukic nella Juve: “Abbiamo una linea difensiva che lavora molto alta. Gli attaccanti stanno lavorando molto e possono fare anche di più. Io cerco di mettere sempre un attaccante in più, so che sono i giocatori che fanno vincere le partite. Dover dire a Falco, Ciciretti e via di abbassarsi di 20 metri, sarebbe assurdo”.
Mentalità offensiva, ma pochi i gol subiti, solo 7 su azione: “Lavoriamo molto sulla linea difensiva. Bisogna rimaner corti per avere una mentalità così votata all’attacco. Dobbiamo sempre tenere alta la concentrazione. Solitamente le squadre che giocano con noi tirano meno, segno che qualcosa riusciamo a fare. Per natura, però, penso a quello che si può migliorare. Cosa si può migliorare ancora? Sono delle piccole cose, dove dobbiamo crescere, come Chibsah che continua ad attaccare anche nel finale e bisogna concretizzare. Quello che hai vinto e come ti chiami non conta, bisogna andar forte”.
Baroni è consapevole della forza di questa squadra, non si pone limiti ma il messaggio è chiaro: “Non ho paura che la squadra possa avere cali di tensione. Io caratterialmente ho grandi ambizioni, come la squadra, ma non mi piace sbandierarle, mi piace parlare con i fatti. Vogliamo continuare a far bene e dobbiamo continuare a fare queste prestazioni. Se riusciamo a ridimensionare anche gli avversari con la nostra filosofia è segno che c’è del lavoro, ma non basta solo quello. Bisogna portare in campo anche l’anima che fa differenza in tutto”.
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