AVELLINO – Cali di tensione, passaggi a vuoto e poca concentrazione nei momenti chiave: la Scandone ci ricasca e, dopo il ko in casa contro Venezia, cade anche a Cantù. Peccato perchè la squadra di coach Bolshakov era alla portata, soprattutto dopo essere usciti più o meno indenni dal veemente avvio di gara dei padroni di casa. Messa subito sotto, la Sidigas aveva saputo resistere e riemergere, fino a passare prepotentemente in vantaggio, scavando un solco più o meno rassicurante con gli avversari. Tutto inutile, perché nell’ultimo quarto i biancoverdi sono riusciti nella non facile impresa di azzerare il vantaggio costruito punto dopo punto nel secondo e terzo quarto, regalando la vittoria a Cantù.
Vecchi problemi, ma soprattutto ruggini e tossine (mentali e fisiche) che il gruppo Sacripanti dimostra di non riuscire a smaltire rapidamente. Troppo incalzanti, troppo ravvicinati gli impegni di Campionato e Coppa per una squadra che non ha ancora lo spessore giusto per affrontare e gestire al meglio il doppio impegno. Per vincere in Italia e in Europa ci vorrebbe un pizzico di malizia ed esperienza in più e una panchina più affidabile. Ragland (fatta eccezione per il forzatissimo tiro da tre finale) è stato monumentale, così come davvero poco si può imputare a Green. Ma dietro di loro sono mancati un po’ troppi protagonisti. La batteria dei lunghi continua a steccare: ieri il migliore è stato Zerini. Cusin ha fatto qualcosa in più di Fesenko (messo sotto da Johnson per tutta la partita), ma non poteva bastare. Ancora fuori fase Thomas, in crescita Obasohan. La nota positiva è Randolph, al momento tra i più in forma del gruppo.
Inizia dunque male una settimana cruciale per la Sidigas, attesa da tre partite in trasferta. La prima è andata, inutile rimuginarci ancora. Domani si va a Strasburgo per un match decisivo per il passaggio del turno Champions. Non sarà facile, anche perchè i biancoverdi hanno dimostrato in più di un’occasione di soffrire gli impegni ravvicinati. Non riescono a recuperare fino in fondo e, spesso e volentieri, pagano conti salatissimi. Dopo la trasferta europea si torna in Italia, nella tana di Cremona, per la precisione. Poi, durante le feste di Natale, Capo d’Orlando in casa e il derby contro Caserta, al Palamaggiò. Non male, ma non è il momento di guardarsi indietro e fermarsi a pensare.