AVELLINO – La Scandone rimette le cose a posto. Due vittorie in trasferte bastano e avanzano a spazzare via le nubi ed a riportare il sereno sulla squadra di coach Sacripanti. Se il blitz di Champions in Montenegro aveva lasciato ancora qualche dubbio, la bella vittoria di Sassari, figlia di una partita giocata con il piglio delle grandi, è una sostanziosa iniezione di ottimismo per il prosieguo della stagione. Ancora una volta bisogna ringraziare, con più di una pacca sulle spalle, il folletto Green: stavolta non restano impresse nella memoria le sue bombe e i suoi assist millimetrici, ma quella rimessa negli ultimi concitatissimi attimi di gioco. Con un solo secondo a disposizione per provare a fare canestro, il play biancoverde ha abilmente intercettato il piede del suo avversario e spostato in avanti fino a quattordici secondi il tempo a disposizione per completare l’azione. Un lasso di tempo più che sufficiente per congelare la partita e portare a casa una vittoria pesante, di quelle che, come si dice in gergo, valgono doppio.
Ma dalla fortunata trasferta sarda torniamo rafforzati anche dalle ottime prove dei nuovi arrivati Thomas e Randolph. Dalle loro mani sono arrivati punti pesanti e decisivi (anche oltre la linea dei 6 metri e 25) oltre ad un apporto fondamentale anche in chiave tattica. Se sulle qualità tecniche e fisiche di Randolph (straordinario il canestro con schiacciata su rimbalzo recuperando un suo tiro fermato dal ferro) erano in molti a scommetterci ad occhi chiusi, per Thomas qualche dubbio in più serpeggiava, anche se non sempre a ragione. Spesso un pò ai margini del gioco, l’ala piccola ha numeri importanti, destinati a venire fuori prepotentemente nelle prossime settimane. Meno bene, per completare il giro tra i nuovi arrivati, Cusin, così sembra ancora un po’ troppo impacciato e macchinoso Fesenko. Se cresceranno, e soprattutto sull’italiano i dubbi sono davvero pochi, ci sarà da divertirsi ancora di più. Tiene e si conferma affidabilissima la vecchia guardia, anche se da Ragland ci si aspetterebbe sempre qualcosa in più. I suoi scossoni alla partita fanno paura e lasciano il segno, ma sono ancora troppo lunghe le pause che si concede, e non solo in panchina. Superato in ogni caso il temporale, c’è da ributtarsi subito nella mischia. Mercoledì al Paladelmauro è atteso la Iberostar Tenerife: vincere sarebbe importantissimo per cominciare a fare davvero sul serio anche in Europa.
Una nota a parte la merita Sacripanti, sempre più idolo della tifoseria irpina. Dopo l’importante nomina come vice allenatore della Nazionale maggiore al fianco di Ettore Messina, con la vittoria contro la Dinamo Sassari, il coach ha raggiunto quota 300 vittorie in Serie A. Tutto è iniziato a Cantù, dove nel 2000/01 ha vinto la sua prima gara in serie A. Nella sua città natale, Sacripanti ha allenato per 9 stagioni (7 consecutive) conquistando 177 successi. Con Pesaro sono state 31 le vittorie, mentre nei quattro anni di Caserta, Sacripanti ha vinto 60 gare, fino ad arrivare al presente con Avellino dove lo scorso anno ha stabilito il record di vittorie consecutive, ben 26 partite (playoff compresi), cui vanno aggiunte le 6 della prima parte di questo campionato. Una serie di vittorie che ha portato Sacripanti anche alla guida dell’ Under 20 dal 2006. Con la Nazionale giovanile Sacripanti ha vinto un bronzo nel 2007, un argento nel 2011 ed un fantastico oro nel 2013.