La velocità del calcio moderno, ma i ritmi forsennati non sono solo quelli del rettangolo verde. Con una rapidità incredibile possono cambiare anche momenti e considerazioni di una squadra. Un solo punto nelle ultime quattro partite per il Benevento: se non è crisi, di certo questo è un vero e proprio campanello d’allarme ed il passo adesso è davvero breve. A sole 72 ore, appunto, sono cambiate le considerazioni riguardo una squadra che sembrava aver dato segnali di ripresa col Perugia, dopo i due KO consecutive. La parentesi opaca sembrava essere chiusa, neanche per sogno. Anzi, la sconfitta col Trapani ha rivalutato anche la prestazione di sabato, perché il bilancio che si trae si estende alle ultime quattro, dove appunto i giallorossi hanno conquistato la sola miseria di un pareggio. Poi, si passa al bilancio generale, quello dei 15 punti in classifica che per una neo promossa restano più che positivi, considerando soprattutto l’equilibrio del campionato. Giusto è, però, analizzare il momento della squadra sannita, quello che potrebbe avere un seguito, o quello che potrebbe essere interrotto da una nuova sterzata. A Salerno Sannino la partita l’ha vinta tatticamente, a Chiavari il Benevento l’ha persa sul piano emotivo, come accaduto a Trapani dove le motivazioni dei granata hanno fatto la differenza. Un po’ come se la squadra di Cosmi abbia intimorito la Strega.
Baroni paga dazio perché, se nel primo periodo l’allenatore ha sopperito alle emergenze con alcune “invenzioni”, alla fine i nodi sono venuti al pettine. L’idea di calcio e l’identità che l’allenatore toscano ha modellato per il suo Benevento ha divertito e dato qualche certezza, la squadra si è dimostrata molto competitiva nei suoi undici, con alcuni calciatori ancora tutti da scoprire, per esempio in difesa. Dove sorgono i problemi è dal centrocampo in su, reparti dove peraltro l’allenatore ha spesso dovuto far i conti con diverse assenze, e non solo. Nelle prime tre il Benevento in gara era sempre andato in vantaggio, permettendo così all’allenatore di gestire le energie secondo i piani, poi a Latina il gol del pareggio è arrivato dalla panchina e con la Pro c’ha pensato Buzzegoli con un’invenzione. I problemi sono sorti, quando il Benevento ha dovuto rincorrere e, magari, i cambi a partita in corso avrebbero potuto portare a qualche punto in più. La verità è che Baroni nel girarsi verso la panchina, ha potuto contare sulla rosa completa solo a partire dalle ultime due. E neanche. Puscas ancora fuori, Cissè stava per ingranare la giusta marcia, ma dovrà restar fermo per due turni, e adesso potrebbe esserci uno stop anche per Jakimovski. Ha dovuto fare a meno di Falco dalla quarta, per poi ritrovarlo solo a metà ottobre senza ancora i novanta minuti nelle gambe. Intanto, chi aveva “portato la carretta” ha avuto bisogno di tirare un po’ il fiato. Ecco il momento del Benevento: la magra di risultati che coincide col momento di calo, fisiologico, di alcuni interpreti che prima erano stati trainanti. A Ciciretti non è bastato sabato per recuperare, e ci mancherebbe con l’infrasettimanale da affrontare, stesso dicasi per Melara. Ceravolo a far i conti con un leggero fastidio all’adduttore che non ha il tempo di assorbire perché di fatto unica punta disponibile. Baroni si gira ancora verso la panchina, stavolta per cercare delle alternative per rincorrere il risultato ma con 4-4-2 e 4-2-3-1 servono ricambi sulle fasce, laddove manca il cambio di passo per stanchezza. Le soluzioni sono davvero poche. Benevento che sembrerebbe non poter prescindere dal gioco sulle fasce, ma il momento di forma dei suoi interpreti sulle corsie non lo permette. E quella che era stata l’arma migliore del Benevento, rischia di diventare il suo handicap. Baroni questo lo sa e contro il Perugia ha provato a sperimentare per ovviare al problema. Buone le risposte ed un esperimento che non andrà in soffitta, ma che non potrà neanche riproporre a breve (vedi assenza Cissè). Sono mesi che la squadra lavora su questi impianti di gioco, giusto così. Tuttavia, potrebbe essere efficace, valutando il momento, considerare delle variabili tattiche che permettano di valorizzare gli unici elementi in forma. Nel frattempo, la difesa dovrebbe ritrovare la concentrazione iniziale, mentre potrebbe essere produttivo inserire un’altra pedina in mediana per dare maggiore densità a centrocampo, agevolando il pacchetto arretrato. Correre ai ripari, non necessariamente snaturare, perché esistono due tipi di squadre: quelle che impongono la propria identità e quelle che, invece, si adattano all’avversario. A volte, bisogna far di necessità virtù e per ottener il risultato potrebbe essere necessario ogni mezzo. Anche una squadra meno bella, ma più compatta, potrebbe aiutare ad affrontare il momento. In attesa che si ritrovi la brillantezza iniziale.
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