Sarebbe il rumore dei nemici, utilizzando una “mourinhana” citazione. Quello stesso rumore che il tecnico portoghese adorava ascoltare e che potrebbe valere la più classica delle letture, ovvero che una squadra vincente è sempre odiata. Vinci con un gol di scarto e non lo meriti, il minimo non basta. La partita è pirotecnica? Puzza. Una squadra si impone per 6-0? Biscotto. Sembra quasi che nel calcio le partite debbano tutte terminare 0-0 per evitare polemiche e, forse, non basterebbe…
Il Benevento: quella squadra negli ultimi anni sempre temuta e criticata, attaccata anche mediaticamente nel corso di campionati di alto livello. Ci risiamo, perché un campionato non si disputa soltanto sul rettangolo verde, purtroppo. Quello stesso rumore dei nemici che diventa sempre più forte e che tuona ancor più dopo un roboante 6-0. Biscotto? Ma quale biscotto! Auteri ha definito questi stessi sospetti “spazzatura mediatica”, un’etichetta che a quanto pare non è piaciuta molto ad alcuni ambienti che però dimenticano qualche particolare. Questi stessi particolari che il trainer giallorosso ha tenuto a sottolineare: “I punti che abbiamo in classifica li meritiamo tutti quanti, anzi uno conquistato sul campo ci è stato anche tolto”. E questo è quello che racconto il bilancio nitido ed oggettivo della classifica, ma c’è dell’altro: “Non sempre abbiamo raccolto quanto meritato – puntualizza Auteri – senza dimenticare che la stessa sconfitta di Lecce è stata frutto di errori arbitrali”. Da film horror le premesse che hanno portato all’annullamento del gol del pareggio di Amato Ciciretti, le furiosi proteste dalla panchina e l’azione del primo gol di Curiale viziato da un chiaro fallo su Fabrizio Melara. Non c’è niente di male, le partite vengono dirette da uomini come uomini sono i calciatori in campo, tutt’altro che infallibili e ci mancherebbe che non si possa sbagliare. Un attaccante può fallire un gol clamoroso, un arbitro può sbagliare una decisione. Poi ci sono giocatori forti e scarsi, come gli arbitri e nel calcio, come nella vita, teoricamente i gruppi più ambiziosi dovrebbero essere formati da giocatori di qualità. E come l’allenatore sceglie il miglior undici da schierare in campo, così il designatore sceglie le terna match per match. Poi è chiaro che nelle partite più importanti, il tecnico punti sui migliori giocatori in rosa, o quelli più in forma, così come il designatore fa per le partite più delicate. Altra piccola nota: Gaetano Auteri chiede maggiore attenzione sulle designazioni, perché il Benevento quest’anno di episodi a sfavore ne ha avuti e come. A proposito, un arbitro può essere bravo o meno non solo nell’individuare un calcio di rigore, come un giocatore non si valuta solo dai gol che segna. Perché serve che i giocatori corrano, indovinino il passaggio o semplicemente abbiano il carisma di tenere a bada il gruppo. Allo stesso modo l’arbitro deve essere bravo nella gestione degli umori in campo, nella gestione dei cartellini e dei falli a centrocampo. Perché in un match decisivo non è solo un calcio di rigore.
La qualità di un intero campionato è la somma delle tante componenti nei rispettivi ruoli. Perché no, tra queste componenti c’è anche la stampa che, viene da dire, troppo spesso si dimostra di Serie C.
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