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Di Napoli (proc. sportivo) a CeA: “Vi dico la mia sul girone C. Auteri il punto di forza del Benevento, ma scelgo Braglia. Nuovo format per la Lega Pro? Che ben venga..”

Di Napoli (proc. sportivo) a CeA: “Vi dico la mia sul girone C. Auteri il punto di forza del Benevento, ma scelgo Braglia. Nuovo format per la Lega Pro? Che ben venga..”

1 Marzo 2016 | by admin
Di Napoli (proc. sportivo) a CeA: “Vi dico la mia sul girone C. Auteri il punto di forza del Benevento, ma scelgo Braglia. Nuovo format per la Lega Pro? Che ben venga..”
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bruno di napoli

Un campionato sempre più incerto ed una lotta al vertice sempre più aperta: siamo a marzo, ma il girone C di Lega Pro deve ancora dire tantissimo. Benevento capolista, ma ad una sola lunghezza c’è il Lecce che tiene il fiato sul collo. Le inseguitrici non mollano e sono ben 5 le squadre nel giro di tre punti che non possono precludersi alcun obiettivo. Sembra paradossale che certamente una di queste resterà anche fuori dalla griglia play-off, ammesso che basti anche il quarto posto in classifica.

Per fare il punto del girone, abbiamo contattato in esclusiva Bruno di Napoli, ex calciatore con alle spalle tanta esperienza nella terza serie, attualmente procuratore sportivo:

“Erano anni che non si vedeva un campionato così avvincente ed incerto con 5 squadre tutte in gioco”.

Nessuna delle pretendenti è fuori dai giochi, ci può dire un motivo per il quale ognuna di queste squadre potrebbe arrivare fino in fondo:

“Il Benevento è quella che sta dando più continuità di risultati; il Lecce ha dalla sua parte il grande blasone; Foggia, quella che ha espresso per larga parte del campionato il calcio più spettacolare; C’è il Cosenza che potrebbe essere la vera sorpresa; infine, c’è la Casertana che a Catania si è rilanciata. E’ un peccato che abbiano cambiato tanto a Gennaio, dopo aver trovato un grande equilibrio. Di queste, direi che proprio la squadra salentina può essere la favorita”.

Chi rischia di rimanere fuori?

“Oggi c’è troppo equilibrio per dirlo. Sarebbe facile dire il Cosenza: il fattore pressione, inferiore rispetto alle altre, potrebbe rivelarsi determinante. Bisognerebbe guardare i calendari, ma secondo me rischia di restar fuori una tra Cosenza e Foggia. Poi, resta da valutare la Casertana che, dopo la vittoria di Catania, potrebbe ritrovare gli equilibri e contro l’Ischia potrebbero ritrovare continuità”.

Quando c’è tanto equilibrio, si dice che il mercato invernale potrebbe incidere e far pendere l’ago della bilancia da una parte, piuttosto che dall’altra. Secondo lei per la Casertana questa sessione invernale di calciomercato ha fatto più male che bene ai rossoblu? Chi ha operato meglio?

“La Casertana ha cambiato molto a gennaio e credo che per questo ci sia stato qualche passo falso di troppo, potevano andare in fuga e si sono ritrovati incastrati.

A volte, meno si cambia e meglio è. Hanno cercato di fare il meglio possibile, avevano trovato un equilibrio, senza le pressioni iniziali di dover vincere il campionato ma inserire giocatori in corsa non è mai facile. Per il momento, hanno ottenuto l’effetto opposto. Il Benevento ha fatto poco o nulla ed è quella che ha avuto i maggiori benefici. Penso che il punto di forza dei giallorossi sia davvero l’allenatore e che chi è andato via non rientrava nella sua idea di gioco”.

A proposito di allenatori, prendiamo i quelli che guidano le prime in classifica. Se le dico “Auteri, Braglia, Rosiello, De Zerbi o Romaniello”, lei chi sceglie?

“Scelgo Braglia, perché è un allenatore vincente ed il più equilibrato, quello che ci voleva in una piazza come Lecce”.

Scendendo in classifica, con lei possiamo aprire una parentesi, parlando di Messina. Dopo una prima parte di stagione entusiasmante, infatti, la squadra siciliana sembra esserci inceppata, probabilmente influenzata dalle tante voci che l’hanno riguardata legate agli allarmi Federbet, nonché dall’improvviso cambio in panchina per la squalifica dell’ex allenatore, Arturo Di Napoli. La società ha optato per dar continuità al progetto, scegliendo direttamente all’interno con Raffaele Di Napoli:

“La società ha fatto una scelta per dare continuità e per questo direi che la squadra, più che patire l’aspetto tecnico, abbia risentito, vuoi o non vuoi, delle voci che ci sono state intorno. A parte questo periodo di flessione, però, il bilancio resta ampiamente positivo e la squadra sta andando oltre ogni aspettativa. Tranne la partita interna contro l’Andria, posso dire a Matera e con la Paganese hanno fatto molto bene a livello di gioco. Penso che raggiungeranno tranquillamente l’obiettivo”.

Con la Lupa che sembra, ormai, destinata alla retrocessione, chi rischia secondo lei delle altre:

“L’Ischia stava facendo bene,ma nell’ultimo periodo ha avuto un calo. Una bella lotta tra Melfi e Ischia, che reputo meno competitivo, anche per il mercato fatto a gennaio. Il Martina farà gli spareggi retrocessione. ma come organico è quella che ha più qualità di quelle che si giocheranno i play-out, oltre ad avere un nuovo allenatore giovane e motivato”.

Nella giornata di ieri si è tenuta a Firenze l’assemblea con i rappresentanti dei club, anche per discutere delle futuro e delle nuove idee per rilanciare la Lega Pro. In cantina ci sarebbe anche il progetto di ripartire dalle 60 squadre, un progetto forse troppo ambizioso, considerando che la storia recente l’ha praticamente bocciato, dopo solo un anno:

“Direi che sarebbe meglio avere meno squadre ma più affidabili, perché alla lunga tutto il sistema calcio fa fatica, considerate le difficoltà di tante società. Se ogni anno tanti club sono in bilico non è costruttivo. Per ripartire bisogna farlo dalle fondamenta e Lega Pro può essere un buon serbatoio per talenti da lanciare verso le serie superiori”.

E’ stato proposto anche un nuovo format che prevederebbe una nuova formula per le promozioni con Final Eight che dovrebbero scansare i play-off:

“Parto dal presupposto che bisogna provare a cambiare qualcosa perché, ad oggi, il sistema non va bene. Può essere qualcosa di affascinante e può creare nuovi stimoli, evitando quella fascia intermedia di classifica che sul finire di campionato non ha praticamente più nulla per cui competere. Può essere una buona innovazione, che ben venga”.

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