Uno dei campionati più avvincenti degli ultimi anni. Girone C apertissimo e dal finale davvero impossibile da prevedere a 10 gare dal termine. Da tre turni è il Benevento ad essere in vetta, la prima inseguitrice è solo ad una lunghezza e sono ben 5 le squadre racchiuse in tre punti. Tra Benevento, Lecce, Foggia, Cosenza e Casertana sono tutte in gioco, ma alla fine dei giochi almeno una di queste addirittura resterà fuori dalla griglia play off.
Tra queste il calendario più agevole, da qui alla fine, sembra essere proprio quello del Lecce, reduce da 15 risultati utili consecutivi. Nelle prossime tre, sulla carta, la squadra salentina ha anche la possibilità di conquistare bottino pieno: Melfi in casa, derby di Monopoli e Catanzaro al “Via del Mare”. La squadra di Braglia è pronta ad approfittare del primo passo falso degli Stregoni per il sorpasso e tengono sempre più il fiato sul collo. 6 le gare interne anche se le quattro in trasferta sono insidiose: derby a parte, ci sarà Cosenza, Messina ed, appunto, Benevento. Alla penultima al “Vigorito”, quando probabilmente le squadre però dovranno fare una scelta sull’imminente futuro: proiettarsi ai play-off o spingere per il primato.
Da un estremo all’altro, perché se quello della squadra di Braglia sembra essere il calendario più agevole, chi avrà all’orizzonte sfide importanti è proprio la capolista Benevento che deve ancora incontrare 3 delle quattro inseguitrici: Casertana, Cosenza e Lecce. Inoltre, dopo la trasferta di Catanzaro, per i giallorossi inizierà il mini ciclo di quattro derby consecutivi, perfettamente equilibrati tra gare in casa e fuori dal “Ciro Vigorito”, ma con le due trasferte di Pagani e Castellammare consecutive.
Passando al Foggia, i rossoneri hanno sfatato il tabù interno con la prima vittoria del 2016 allo “Zaccheria”, ma delle prossime dieci ben sei saranno fuori casa, con le prossime due consecutive in trasferta ad Andria e Messina. Cammino non semplice per la squadra di De Zerbi, con due trasferte consecutive all’orizzonte, Andria e Messina. Due gli scontri diretti, entrambi in trasferta, a Caserta e all’imbattuto “San Vito”.
In sordina, ma è lì, il Cosenza che disputerà le prossime due gare all’imbattuto “San Vito”, contro Matera e Paganese. Anche per i Lupi sono sei le gare interne rispetto alle quattro in trasferta ed il fattore campo si è rivelato decisivo per una squadra che ha costruito gran parte dei proprio successi proprio tra le mura amiche con 30 dei 44 punti totali conquistati.
E’ stata in vetta per 12 settimane consecutive, ma ora si ritrova ad inseguire ed addirittura fuori dall’attuale griglia la Casertana che con la vittoria di Catania sembra aver scacciato i fantasmi dell’ultimo periodo. La squadra di Romaniello non è assolutamente fuori dai giochi e, ritrovati i tre punti, è pronta per il rush finale. Gli scontri diretti sono contro Benevento e Foggia.
Giochi aperti fino alla fine, o quasi, ma delle 5 sembra non voler mollare nessuno. Girone mediocre, o equilibrato, nel quale nessuna delle pretendenti è riuscita a prendere il volo. L’attuale capolista, Benevento, ha dovuto ricolmare con un grande 2016 il gap accumulato nella prima parte di stagione. Discorso molto simile per il Lecce, che era addirittura più indietro: Braglia con il suo arrivo ha dovuto sistemare gli sfracelli della gestione Asta, predicando ovviamente l’efficacia al posto del bel gioco. Ciò che conta sono i risultati e quelli sono dalla parte del tecnico toscano. Il Foggia può contare su un progetto collaudato e su un anno di rodaggio, ma anche per i Satanelli i problemi non son mancati. Un inizio un po’ stentato, poi la squadra rossonera ha preso il volo, inciampando però in alcuni frangenti decisivi. Un lieve calo nelle ultime settimane, ma parliamo pur sempre di una squadra di qualità e, soprattutto, con una vera identità di gioco. Sembra che ai Satanelli manchi soltanto quella zampata finale, ma resta una delle maggiori candidate ad arrivare fino in fondo, ammesso che il calo delle ultime settimane resti una parentesi isolata. Non possiamo definire outsider il Cosenza che, come il Foggia, può contare su un progetto tecnico-tattico ben consolidato. Non avrà la qualità nei singoli delle altre, né esprimerà il gran gioco del Foggia, ma si conferma squadra compatta e ben messa in campo, un muro difficile da valicare per le avversarie. Mister Roselli riesce a trarre il meglio da quello che ha a disposizione, gestendo anche al meglio risorse ed umori. Pressioni quasi pari a zero, ma un sogno cullato in una stanza buia dove nessuno accende la luce. E poi c’è la Casertana, quella squadra che nel girone d’andata sembrava quasi poter ammazzare il campionato, pur partendo con l’obiettivo di una semplice salvezza. Naturalmente, i Falchetti hanno provano a mantenere un profilo basso, dovendo però necessariamente venire allo scoperto perché impossibilitati a nascondersi dietro ad un dito. Un gruppo che volava sulle ali dell’entusiasmo i cui equilibri, probabilmente, sono stati intaccati da una campagna acquisti dai grandi nomi, ma dalle opinabili scelte tecniche. La chiara dimostrazione che in Lega Pro i nomi non contano. Delle cinque, forse, sembra essere quella che scricchiola un po’ in più, ma dopo la ritrovata vittoria è impossibile esprimere un giudizio definitivo.
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