Dalla carriera di giocatore a quella di allenatore: per alcuni il passaggio è praticamente immediato, per altri c’è tanta polvere ed una gavetta che può lanciarti o incatenarti. Per l’ex capitano del Napoli, il primo dell’era De Laurentiis, il curriculum parla da solo, perché non sono in tanti ad aver calcato i terreni di ogni categoria di professionismo: dalla Serie A, passando per la cadetteria sino alla Lega Pro. Terminata la carriera da giocatore, Gennaro Scarlato ha intrapreso appunto l’esperienza di allenatore. Attualmente guida gli Allievi dello Sport Village, squadra giovanile di Napoli. Il trainer nelle scorse settimane era entrato nell’orbita di un club in Lega Pro, ma Scarlato rivela un retroscena: “Nei giorni scorsi, però, ecco squillare il telefono per quella che forse avrebbe potuto essere la chiamata giusta. E invece non lo è stata per niente – ha raccontato Scarlato a GianlucaDiMarzio.com – Anzi, si è rivelata una vera delusione. Qualche giorno fa mi contattò una persona, proponendomi di allenare una squadra di Lega Pro. Ero contento, emozionato perché finalmente sembrava essere arrivata la mia grande occasione. Ci sono stati vari contatti con questa persona che poi, all’appuntamento, mi ha chiesto dei soldi per chiudere l’accordo. Insomma, dovevo essere io a dare un compenso a questa società per allenare. A quel punto sono andato via, queste cose non fanno parte del mio essere”.
Rivelazioni che, probabilmente, non stupiscono neanche più di tanto considerando il momento che sta vivendo la Lega Pro ed i diversi scandali raccontati negli ultimi anni. Non è un mistero, infatti, che la Lega Pro sia la vetrina per tanti calciatori che vestirebbero maglie a sovvenzione dei club che li fanno scendere in campo. Insomma, stando ad alcune rivelazioni, in questo campionato ci sarebbe chi paga per giocare o allenare. Il racconto di Scarlato rafforza ancor più queste “dicerie”. Non a caso, il portale rivela che lo stesso Scarlato al suo rifiuto avrebbe ricevuto risposta: “ormai lo fanno in tanti”.
“Sinceramente non so se questo accada veramente – prosegue l’allenatore – ma mi hanno risposto che tanti allenatori lo fanno. E’ probabile che ci siano casi del genere, ma fino a che non ne ho la certezza preferisco non crederci. Però, a questo punto, devo pensare che è un’usanza comune quella di pagare le società per allenare”.
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