Pareggio scialbo e privo di emozioni al “XXI Settembre” tra Matera e Benevento. Passo indietro dal punto vista del gioco per i giallorossi che confermano la propria sterilità offensiva, ma stavolta con un solo tempo giocato ed una gara che molto ha ricorcato quella interna contro il Messina. Anche stavolta c’era Cassia in panchina per via della squalifica ad Auteri, il grande ex della partita, al quale il pubblico lucano ha riservato un’accoglienza ‘speciale’.
Una nota, prima di proseguire: lungi da noi giudicare o dare un voto ad una tifoseria anche, e soprattutto, perché non si deve fare di tutta l’erba un fascia, tuttavia, fischi ed insulti nel corso del minuto di raccoglimento per ricordare la tragica vicenda dell’alluvione nel Sannio, insieme ai cori intonati durante la gara che vanno ben oltre i classici “sfottò”, sono indice di inciviltà.
Tornando alla gara, quelli in campo di Matera-Benevento li abbiamo visti così:
GORI: gara da spettatore e quasi mai chiamato in causa. Nel primo tempo non cade nel tranello di Letizia che tenta di beffarlo con un pallonetto eccessivamente lezioso, ma di certo non pericoloso. Per il resto normale amministrazione e nessun intervento segno di nota. La sufficienza politica arriva perché, soprattutto, è evidente la serenità del reparto nel sentire l’appoggio sicuro alle proprie spalle. VOTO 6
PADELLA: da quel lato il cliente da tenere a bada non è di quelli semplici. Letizia, però, non può contare sui propri compagni e troppo spesso è costretto a partire da lontano per poi spegnersi all’ingresso dell’area. Il difensore romano è sempre attento e non commette sbavature. Comincia la gara subito con un giallo sul groppone, ma è bravo a non cadere nelle provocazioni degli avversari, dimostrando maturità agonistica rispetto a qualche collega. Melara lo assiste bene, bloccando l’esterno sinistro biancoazzurro, e così il compito dell’ex Virtus Entella è tutto da dedicare al numero 10 che dopo qualche buona trama iniziale scompare. VOTO 6
LUCIONI: copia—>incolla. Ecco cosa dobbiamo fare per descrivere la prestazione del capitano giallorosso, semplicemente andando a riprendere le vecchie pagelle. La costanza del difensore centrale è impressionante: guida il pacchetto arretrato, è bravo in anticipo ma anche quando cercano di imbucarlo in velocità. Qualcuno non si è reso neanche conto che Regolanti sia sceso in campo, perché Lucioni ne è l’ombra e non gli permette di tener palla per più di un secondo. Impeccabile, sicuro e stilisticamente piacevole da vedere. Cosa ci fa in Lega Pro? Buon per il Benevento. VOTO 7
MATTERA: Pagliarini riesce a tirare solo una volta e Carretta non riesce ad incidere quando subentra. Il difensore napoletano è puntuale nel gioco in anticipo, ma un brivido quando ha palla. Quando prova a “spazzare” è un po’ come la casalinga che alza la polvere dai mobili, senza rimuoverla. Quando prova a gestire palla o a scaricare per i compagni è sempre un brivido che corre dietro la schiena. Mancano le basi? Di certo, in questo momento gli manca la serenità ed ancora gli pesa troppo la casacca giallorossa. VOTO 6-
PEZZI: Una chance importante da cogliere al volo. Il solito utilissimo jolly, ma la sua adattabilità a diversi ruoli non significa necessariamente che debba esser tappabuchi. Dal suo lato Di Lorenzo non riesce quasi mai a sfondare ed è molto bravo anche nelle diagonali di incrocio per supportare Mattera. Nel primo tempo Mazzeo lo mette a tu per tu con Bifulco, ma l’ex Pontedera incespica sulla sfera e divora l’occasione. Tanta corsa, buona volontà ed abnegazione. VOTO 6
DE FALCO: qualità pura, intelligenza e visione di gioco. Il solito Andrea De Falco della stagione che ragione e disegna le geometrie del centrocampo. Capisce molto prima dei compagni che il Matera intasa le corsie laterali, ma che è volubile per vie centrali e, così, prova con qualche verticalizzazione a bucarne le maglie. I compagni, però, seguono gli schemi e si intestardiscono nello sviluppo di gioco sulle fasce. VOTO 6,5
DEL PINTO: solita prestazione condita da tanta quantità. Lotta come un leone in mezzo al campo e non tenta mai la giocata che non è nelle sue corde. Un muro invalicabile davanti la difesa, anche se in pochi provano a scavalcarlo. VOTO 6
MELARA: la sua condizione atletica è in crescita e gara dopo gara interpreta sempre meglio il nuovo ruolo di esterno completo di centrocampo. Spesso gli riesce l’uno contro uno su Tomi ed è l’unico a tentare di piazzare qualche cross, ma con vani tentativi. Quando raggiunge il fondo e prova a confezionare il pacchetto, in area non c’è mai nessuno pronto a raccoglierlo. Ripiega bene anche nella fase difensiva. VOTO 6,5
MAROTTA: tanta buona volontà, ma non basta. Inizia con la voglia di voler incidere nella gara. Riesce a crear un po’ di scompiglio, tenta un paio di conclusioni, ma sempre da fuori senza mai riuscire a dialogare in maniera vincente con Cissé. Di fatto, fuori dall’area fa quello che vuole, ma dopo la linea bianca si spegne come tutti i compagni del reparto offensivo. Non esistono meccanismi e, soprattutto, questo reparto appar mal assortito. Auteri lo prova ancora una volta in un ruolo nel quale lui è nato, ma non cresciuto. VOTO 5
CISSE’: corre si dimena ed anche lui ci mette tanta buona volontà nella prima frazione, poi nello scorcio di ripresa che gioca esce completamente dalla scena. De Falco un paio di volte lo lancia nella profondità ma lui fa sempre il passettino in ritardo. Ci mette il fisico quando può, ma tiene troppo palla e non riesce mai a trovare lo scarico vincente. Evidente che non sia entrato ancora negli schemi auterani e che la sua convivenza con Marotta sia da rivedere. VOTO 4,5
MAZZEO: se non altro, è l’unico che riesce a presentarsi due volte a tu per tu con Bifulco, seppur in posizione troppo defilata. La solita prestazione dell’attaccante salernitano, fatta di buone intenzioni ma poca concretezza. L’impressione è che lui, stando già dentro i meccanismi di Auteri, tenti sempre la giocata provata in settimana che, però, i compagni ancora non recepiscono. Sterile, come tutto il reparto. VOTO 5
(sub. 67′) CAMPAGNACCI: dopo pochi minuti dal suo ingresso ci prova con una conclusione che sfiora il palo alla sinistra di Bifulco. Con un po’ di fortuna in più avrebbe potuto lasciare il segno, ma questa è la sua unica azione degna di nota in 25 minuti. S.V.
(sub. 76′) DI MOLFETTA: subentra ad un impalpabile Cissé ma senza mai entrare in partita. S.V.
(sub. 87′) CRUCIANI: in sei minuti, esattamente sei minuti, riesce a far molto più di alcuni compagni che avrebbero dovuto farlo in tutta la gara. Ogni volta che entra in campo riesce a ritagliarsi la sua fetta. Tanta buona volontà e voglia di spaccare la partita, almeno è da apprezzare l’intenzione. Allo scadere disegna una parabola col mancino davvero insidiosa che per un soffio non beffa Bifulco. 6+
AUTERI (CASSIA): la squadra non rischia nulla in difesa, ma resta una squadra poco pungente in attacco. Inutile rifugiarsi dietro la favoletta delle occasioni create, perché sono davvero poche, ancor meno quelle nitide. Gettano nella mischia Marotta e Cissé insieme, formando un tridente davvero mal assortito e che avrebbe bisogno, almeno, di meccanismi più rodati per poter esser proposto così. La squadra crea poco e non riesce ad imporre i propri ritmi. Quel che preoccupa, inoltre, è che questa squadra ha bisogno di viaggiare a mille e di imporre ritmi forsennati per poter incidere nella gara. Un Benevento ancora sterile ed opaco. 4,5
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