Mastella perde Ceppaloni. E’, senza ombra di dubbio, la notizia più interessante di questa tornata elettorale amministrativa. Una sconfitta che è in primis quella del sindaco uscente De Blasio, fratello di Gianni, e che non è arrivata in modo inopinato, ma in secundis è quella del sindaco di Benevento che attraverso i suoi molti corifei può menar vanto di avere contribuito, in qualche caso fortemente, alla affermazione di altri sindaci della provincia. Ma è a Ceppaloni che si è incrinata la formidabile macchina elettorale di cui dispone; e Ceppaloni non è un luogo qualunque. C’era aria tuttavia di un possibile cambio della guardia e così è stato con Cataudo che torna sindaco con una vittoria netta in termini numerici e che rappresenta la prima vera battuta d’arresto per il neomastellismo dopo sette anni di successi culminati nella doppia elezione a Benevento e lo scranno parlamentare della moglie.
Lo scranno non c’è più e Ceppaloni neppure. La propaganda mastelliana parla di “forme ibride di alleanze tra destra e sinistra, accordi sghembi sorretti solo dall’odio politico verso di noi”, ma poi fa riferimento al fatto che ci sia “un pizzico di rammarico per Ceppaloni, dove evidentemente la vittoria arriva solo se si spende Mastella in prima persona. Del resto capita ai leader di dover masticare amaro, talvolta, nei luoghi natii”. Il luogo natio non ha mai troppo amato Mastella ma l’ammissione che si vince solo se si spende Mastella è probabilmente un boomerang, come a dire che il partito è lui e soltanto lui e una sua flessione manda in vacca ogni festa, gli altri non sono in grado di reggere l’urto. Insomma, con Mastella si vince e senza di lui si perde. Ma allora, perchè Mastella non si è speso come avrebbe dovuto? Perchè ha lasciato da solo il sindaco uscente senza impegnarsi più di tanto, lo dice il segretario Agostinelli, absit iniuria verbis…Cosa sottende il poco spendersi al servizio della causa? Alchimie politiche? Costruzione di future congiunture? Mastella ci ha abituato a questo e ad altro e non stupirebbe affatto un suo colpo di teatro.
Ma sono congetture, il dato concreto è la sconfitta in casa propria e per giunta patita da gente che viene da lui e manco questo fa notizia. Rubano, il deputato forzitaliota, è un altro suo prodotto. “Vincere nel Comune di Mastella è un segnale di svolta della Campania rispetto a un sistema politico che ha sempre privilegiato gli interessi personali a danno dei bisogni dei cittadini, con il risultato di allontanare le professioni, le imprese e le categorie produttive dalla partecipazione politica.” Quando si dice l’ingratitudine… Ma è nella natura delle cose e non serve scomodare Lucrezio. Chi invece si è scomodato è stato Gino Abbate che a Rubano non le manda a dire. Ginettaccio parla di “minestrone grottesco” di “storici esponenti della sinistra antagonista e Dem che vedono il centro-destra come fumo negli occhi” ma che non hanno esitato un momento a coalizzarsi contro il candidato di Mastella. “Provi, se ha il coraggio, a proporre a livello regionale o nazionale una tale ammucchiata bizzarra. Sarebbe tacciato di follia politica. Rubano non sommi le mele con le pere, perché la vittoria a Ceppaloni c’entra con la politica e i partiti nazionali come i cavoli a merenda”. S’avverte un bel pò di stizza ma è anche questo più che plausibile.
Un altro che col Ceppalonico sembra in irreversibile opposizione è Lucio Lonardo, attuale commissario cittadino di Forza Italia. Lonardo, ca va sans dire, è un altro che deriva da quel mondo, anche per motivi di larga parentela muliebre, istrionico, imprevedibile, esagerato. Su facebook paragona Ceppaloni a Bisanzio(sic!). “L’impero Mastelliano d’Oriente è allo sbando” sentenzia, poi accusa Mastella di protervia. “Si racconta che in un comizio, con una certa arroganza, Mastella abbia rifiutato il confronto con il nostro candidato adducendo a scusante che chi ha dialogato con Moro e Fanfani non può accettare dialogo con i pesi piuma”. Al tirar delle somme e al di là di queste note di colore resta la sconfitta politica che brucia e molto ma solo il tempo ci dirà di che natura realmente essa sia.