Nell’ambito dei controlli nell’area Parco Regionale Taburno Camposauro, eseguiti anche con l’ausilio di drone, i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Sant’Agata de’ Goti in data 05 c.m. hanno individuato, nel territorio di Sant’Agata de’ Goti, alla località “Pietracotta”, un allevamento costituito da circa cinquanta suini. Gli animali, risultavano privi di marche auricolari o tatuaggi identificativi ed erano custoditi in ricoveri realizzati con travi in legno e lamiere. Sul posto veniva individuato il proprietario dei suini, un cinquantottenne residente in un paese limitrofo, il quale non era in grado di esibire alcuna documentazione per attestare la loro provenienza. I successivi accertamenti, effettuati consultando anche la Banca Dati Nazionale del Ministero della Salute, confermavano che l’allevamento dei suini fosse completamente abusivo, privo di qualsivoglia controllo sanitario perché non censito come azienda zootecnica. Si riteneva opportuno far intervenire sul posto il personale dell’ASL Servizio Veterinario Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche e Sanità Animale di Benevento – distaccamento di Montesarchio, che provvedeva all’identificazione di tutti i suini ed al prelievo di campioni sierologici che venivano inviati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per essere analizzati al fine di accertare l’eventuale presenza di malattia vescicolare e/o di pseudorabbia suina. Al proprietario degli animali veniva contestata la detenzione illegale dei capi e gli stessi venivano sottoposti a sequestro sanitario con divieto assoluto di movimentazione. I controlli in tale settore proseguiranno incentivati dal fatto che gli allevamenti clandestini di suini, senza alcun controllo sanitario, costituiscono un serio pericolo non solo per i consumatori, ma anche per la diffusione di patologie come la malattia vescicolare.