La questione rifiuti approda in Prefettura. Dinanzi a sua eccellenza Cappetta le spinosissime problematiche emerse nella duplice assemblea dei sindaci dell’11 e del 12 luglio. Dalla superbolletta Tari al superamento delle diascariche post mortem passando per lo stir di Casalduni e su tutto l’ombra nera della chiusura temporanea del termovalorizzatore di Acerra con tutte le ripercussioni sul già fragile sistema del circuito integrato dei rifiuti nella nostra regione. In prefettura un passaggio annunciato. Di Maria e la sua difficile posizione di presidente della Provincia, che deve provvedere a far quadrare i conti, e di sindaco e la conseguente tutela degli interessi della sua comunità. Mostruosità di una legge, quella che ha sregolato le province, che fa sentire i suoi effetti terribili proprio in circostanze del genere. E mette Di Maria in palese difficoltà. Mastella impugna le fatture tari ma dice di non delegittimare il titolare della Rocca, che è una contraddizione in termini: in realtà il presidente dell’assemblea dei sindaci, anche se non intenzionalmente, da scacco all’autorità del presidente della provincia che dal canto suo fa professione di moderazione ma tiene a precisare che suo compito è impedire la paralisi e che la stasi è il rischio maggiore da evitare.
Dell’ato, ormai, più nessuna notizia. Iacovella diserta assemblee e anche la riunione odierna. Forse intuisce di essere il vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro e che sulla sua autorità, ancora non espressa, aleggia la velleità di Mastella di dare vita alla fusione Samte-Asia e relativa automatica esautorazione dell’Ato. Che la Regione non provvede a far decollare e allora il sindaco di Casalduni prende posizioni attendiste in un momento in cui il dinamismo è obbligatorio.
Segue servizio