Si è svolto nella giornata di ieri il Bruja Negra Fest, un festival totalmente autorganizzato e autofinanziato da tutte le soggettività ed esperienze che lo hanno caratterizzato, un festival che ha portato in piazza migliaia di persone e che non a caso è stato fatto il 25 aprile proprio in ricorrenza della giornata della Liberazione dal nazifascismo. Il festival trae origine dalla parola bruja che in spagnola significa strega e, così come al tempo le streghe erano tacciate di essere un problema per la società civile, allo stesso modo, oggi, il migrante viene additato come causa della crisi generalizzata. È proprio qui che il parallelismo tra ieri e oggi si esplica, è però in questo festival che viene scardinata questa logica nefasta che vuole una società imbrutita. Questo festival si contrappone alla chiusura della società, all’imbarbarimento fascista, strisciante e dilagante che prova ad emergere nelle piazze, ed è proprio nelle piazze che il festival Bruja Negra si riprende il suo spazio. Un festival in cui l’arte, l’esperienza collettiva e tante soggettività hanno messo a sistema tante diverse professionalità per ribadire che non c’è spazio per il fascismo. Certo è che il fascismo di cui oggi si sente tanto parlare non si palesa affatto come 70 anni fa, si declina in nuove forme, ma con gli stessi concetti: razzismo, sessismo, xenofobia, omofobia sono pensieri non di certo così distanti, ma si toccano con mano. La contrapposizione al fascismo non si racchiude in una semplice scadenza da annoverare ogni 25 aprile, non si tratta di tifoserie opposte che si scontrano in un campo aperto e si contendono la palla, l’antifascismo è un valore fondante, alla base della costituzione, un valore intrinseco da professare quotidianamente senza dimenticare chi, per questo ideale, ha dato la propria vita. Bruja Negra ha dimostrato che la cultura nasce delle strade, dalle piazze quelle stesse piazze che sono state protagoniste di ronde e pestaggi ai danni dei fratelli migranti e se da un lato le istituzioni, nello specifico il sindaco, sono in prima fila negli eventi pubblici pronte ad autoeloggiarsi, sono state le prime a tacere queste azioni squadriste. Bruja negra fest ha rotto il silezio e il clima di omertà di questi ultimi mesi, si è ripresa lo spazio lasciato vuoto dalla negligenza istituzionale e oggi riprende il cammino, un cammino lungo e costellato certo di tante difficoltà derivate dall’insensibiltà e dall’impoverimento culturale, ma che regala tante soddisfazioni. Abbiamo riempito piazza vari, roccaforte del mondo giovanile per diffondere l’idea che la libertà di espressione è un concetto che non appartiene alla deriva xenofoba, lo abbiamo fatto con idee chiare e semplici, attraverso le esibizioni artistiche e musicali di giovani band emergenti e non. Ringraziamo chi ha contribuito a questo festival: il Morgana Music Club, Frittole, Mino’s Diner Cafè, Sfizi Longobardi, Filippo Buono, Marcello Venditti, Ernesto Razzano, Flaviano Esposito, Francesco Chiusolo e tutte le band che si sono esibite sul palco e tutti gli artisti che hanno contribuito con le loro esposizioni artistiche.