La contingenza politica all’interno di Alternativa Popolare sempre più avvitata su se stessa. La decisione adottata da Gioacchino Alfano e Luigi Barone e cioè quella di esautorare dall’incarico di responsabile provinciale Gianvito Bello spacca, di fatto, il partito.
Barone, intervenuto nei nostri studi, ha chiarito che l’epilogo del rapporto con Bello è maturato sin dall’immediatezza delle provinciali quando una nuova classe dirigente è venuta alla ribalta acutizzando il clima di diffidenza con l’apparato che fa capo all’ingegnere. Barone chiama il partito alla coesione, in particolare Vincenzo Sguera, che sin da subito aveva mostrato la sua perplessità circa il susseguirsi della dinamica politica.
Sguera non arretra di un centimetro. Ribadisce di avere appreso dalla stampa il maturare degli eventi e l’azzeramento degli organismi di partito provinciale e cittadino e ne contesta il metodo. A margine della riunione della maggioranza dei componenti degli ex Coordinamenti Provinciale e Cittadino di Benevento, alla presenza anche di Gianvito Bello, è emersa chiara la posizione assunta dai “belliani”. “Appare evidente che si sia voluto sfuggire ad un democratico dibattito all’interno degli organismi e ad un leale confronto politico. Non si capisce la motivazione che ha indotto il partito, e per esso il Coordinatore regionale Alfano, a operare questa scelta, non essendovi ragione di divergenza politica o organizzativa”.
E’ duro il tenore del documento redatto dagli ex vertici cittadino e provinciale che arriva a contestare “in nuce” la decisione di azzerare gli organismi dirigenti in totale dispregio dello Statuto del partito. Poi l’ammonimento: “ribadiamo la richiesta di un incontro al Coordinatore Regionale e perdurando tale stato di cose, i sottoscritti si vedranno costretti ad avviare una riflessione sul progetto politico e sui rapporti con i livelli regionale e nazionale”.