Camorra beneventana pienamente autoctona e capace di influenzare pesantemente l’economia cittadina. E’ il risultato di uno screening di Alilacco, l’associazione che si occupa di contrastare il fenomeno del pizzo e di ogni altra forma di aggressione proveniente dalla criminalità organizzata. E tra queste forme “tumorali” non può essere tenuta fuori l’usura, assai florida in città. Cgil e appunto Alilacco hanno fornito alla stampa i risultati del questionario distribuito ai commercianti e dal quale emergono dati drammatici di quanto la pressione della criminalità sul commercio sia capillare e “militare”. Amleto Frosi, una vita sul fronte della lotta alle mafie, non nasconde la propria preoccupazione. “Abbiamo avuto difficoltà non da poco nel distribuire il questionario, dice, e questo la dice lunga sulla sfiducia di quanti ormai accettano la “tassa” criminale come qualcosa di fisiologico. Sfiducia nelle istituzioni e nella capacità di stroncare il pizzo e paura nella capacità spietata delle famiglie camorriste beneventane nell’applicare scientificamente la legge del più forte. Frosi chiama in causa anche i candidati sindaco che si esprimano sull’aergomento e che lo inseriscano nelle loro agende e programmi di governo. Controllo del territorio e capillarità nell’esigere il maltolto. Frosi traccia un quadro geografico della mappa del malaffare in città.