Nel pomeriggio la presentazione del contraddittorio pubblico tra Raffaele Del Vecchio e Cosimo Lepore a Corso Garibaldi. Niente confronto televisivo ma disco verde ad un dibattito di più ampia portata ma non è questo il dato più importante. A prendere spazio è la sempre più netta divaricazione tra le due anime di un partito che di trovare unità e coesione sembra proprio non volerne sentire. Le dichiarazioni dirimenti di Raffaele Del Vecchio al President rincarate da quelle di De Caro hanno, se possibile, scavato un solco ancora più netto tra lealisti e maggioranza dem e la locuzione lealisti non deve risultare un mero ritorno al passato. Perchè è più che mai attuale l’ipotesi che Fausto e i suoi possano davvero “fare parte per se stessi” ed autodeterminarsi non già per lo step delle primarie ma per quello delle elezioni vere e proprie. E l’aria da lunghi coltelli c’è tutta. La lista lealpepista, oppure accada l’irreparabile, che tradotto in soldoni sta a significare che il pacchetto di voti di Fausto potrebbe essere messo sul tavolo del negoziato più favorevole. Molinaro, Zollo, Caputo, Lanni, e chi negli anni è rimasto fedele a Fausto mantengono un profilo basso ma preparano le bocche di fuoco della propaganda elettorale e della ricerca del voto casa per casa, attività di cui hanno dato ampia prova nelle occasioni precedenti. La maggioranza dem si può permettere il lusso di lasciare per strada il loro contributo? De Caro, che accusa sbagliando la stampa di remargli contro, ha di certo calcolato pro e contro della questione. Il suo dirigismo politico non ammette deroghe e meno che mai le scelte in direzione dei due delfini. Umberto andrà fino in fondo e molto difficilmente concederà legittimazione politica a Pepe. Sarà una decisione vantaggiosa? Ah saperlo…