La grande attesa sta per finire, domani sapremo cosa la Corte Costituzionale, gli avvocati dello Stato Ruggero Di Martino ed Eugenio De Bonis, gli avvocati Giandomenico Falcon, Aristide Police e Marcello Cecchetti, per la Regione Campania, relatore della causa il giudice Giovanni Pitruzzella, avrà deciso per quanto attiene al terzo mandato di Vincenzo De Luca. Un esito che potrebbe sembrare scontato, valer a dire l’accoglimento del ricorso del Governo avverso alla legge regionale della Campania di riforma delle legge elettorale e quindi la giubilazione di ogni velleità dell’attuale Governatore.
Questo comporeterbbe la sua uscita di scena dopo dieci anni di amministrazione a percentuali oltre il 70% che hanno fatto di De Luca un autentico ras capace di sfidare apertamente il suo partito, il PD, cher ormai lo vede quasi come un nemico, sentimento ampiamente corrisposto. Ma il presidente della Regione è un uomo politico di vecchia scuola e ha già adottato contromisure alla probabile sentenza della Consulta; la solo in apparenza inopinata apertura ai 5Stelle, dopo anni di improperi e di giuidizi corrosivi non sempre a vanvera, va nella direzione di una strategia di riparo nei confronti del PD non certo di una mutata valutazione politica.
E’ pura tattica, esibizione più pura di realpolitik, che per altro è ben compresa dal Movimento che sa bene quanto pesi De Luca in termini di percentuali e quanto pesi invece il PD. Ergo se si vuole vincere ed anche in maniera scontata occorre che tutti facciano un passo indietro e De Luca sarebbe pronto a farlo sostenendo un candidato grillino, se ancora si può dire così, visto che a loro è demandato l’onere della scelta del competitor.
Che sia Fico o Costa a De Luca poco importa, quello che gli interessa è mettere il suo partito davanti al fatto compiuto e scaricare eventualmente la responsabilità di un mancato accordo e quindi di una probaile sconfitta tutto sulle spalle dem: “se non si vince è colpa dei pregiudizi e dell’sotracismo nei miei confronti”, direbbe De Luca. Cui interesserebbe restare nella partita, non uscire di scena, e magari perchè no fare qualche pensierino al Nazzareno ma da uomo che conta e con i voti ancora tutti intatti.
Per moltio versi, quindi, ciò che accade a siniustra influisce anche sulle mosse del centrodestra. Martusciello è fuori gioco, Cirielli e Zinzi se la giocano ma nessuno dei due appare in grado di ricondurre dopo 15 anni la destra a Palazzo Santa Lucia. Dovesse spuntarla De Luca per la coalizione che governa si potrebbe sfruttare il marasma della controparte e magari chiedere a Piantedosi di lasciare il Vimimale e candidarsi ma l’irpino ha già fatto capire che non ne ha alcuna intenzione. Un uomo delle professioni, oppure dell’imprenditoria? Un Gianni Lettieri di turno buono per qualsiasi stagione? Sarebbe una scelta che saprebbe di sconfitta in partenza per chi governa a Roma con percentuali bulgare. Domani molte cose verranno delineate, poi ci sarà forse un anno di tempo per prepararsi tutti alla grande sfida.