Meno 15 giorni alla sentenza della Consulta che dovrà decidere se dare ragione al Goverbo che ha impugnato la Legge Regionale campana, votata il 5 novembre scorso a maggioranza in Consiglio regionale, e mettere i paletti alla velleità di terzo mandato per De Luca, oppure dare ragiuone al Presidente della Regione. Cosa, questa assai difficile che possa avvenire.
Fino a quel giorno, fino al 9 aprile, tutto è in stand by a sinistra ma anche a destra dove il campo pare essersi ristretto a due, Zinzi o Cirielli oppure, extrema ratio, ad una personalità al di fuori della politica tale da coagulare consensi anche bipartisan.
Ma la notizia del giorno è l’apertura del Ministro degli Interni Piantedosi alla possibilità di andare al voto in Campania nella primavera del 2026 piuttosto che ad ottobre 2025. Eventualità che non interessa De Luca che continua a ripetere che della politica politicante gliene cale assai poco.
Ovvio che gli interessi molto di più sapere quale sarà il suo futuro dopo la sentyenza della Corte Costituzionale anche se il lavoro delle diplomazie per un ricompattamento col Campo Largo è ampiamente in corso per un possibile abboccamento sulla scorta di un rapporto finalmente franco e costruttivo.
Del voto al 2026 interessa invece a Matteo Renzi che da Pompei fa sapere del suo pieno ancoraggio a De Luca e probabilmente anche a Clemente Mastella che è febbrile nel suo saltellare di evento in evento, ieri a Confindustria, oggi alla Rocca per l’area del Calandra, domani dove sarà. In queste circosatanze Mastella esalta il meglio delle sue capacità. Il voto nel 2026 gli consentirebbe di appaiare Comunali e Regionali, un bel colpaccio, intensificare la ragnatela delle alleanze, decidere con maggiore calma le designazioni esasperando estremizzandole le attese dei papabili.
