Con questa decisione, che va sempre presa col beneficio dell’inventario, Nino Lombardi chiude formalmente la crisi alla Provincia di Benevento apertasi a dicembre con la decisione dei partiti dell’ex opposizione di chiedere l’azzeramento delle deleghe e la nascita di un governo istituzionale, appurata la impossibilità per la parte mastelliana di esercitare il ruolo di maggioranza. Lombardi ha cercato fino all’ultimo una via d’uscita che fosse politica ma non l’ha trovata e allora è stato giocoforza aprirsi alla disponibilità di venire a Canossa anche se su questo argomento il presidente nicchia. Non nicchia affatto in merito alla valutazione politica delle decisioni di Forza Italia che giudica repentine
Un epilogo che dovrebbe assestare le cose alla Rocca ma apre, di fatto, una nuova crisi nelle relazioni all’interno del centrodestra posto che la decisione di Rubano, espressa nella conferenza stampa di lunedi ha colto di infilata Fratelli d’Italia che non presagiva una sterzata del genere. La nota congiunta con la Lega stigmatizza proprio questa che è stata definita una “fuga in avanti” e le posizioni assunte assolutamente “non condivise”.
Ma cosa ha realmemnte spinto Rubano a rompere il fronte? E’ una domanda che probabilmente va ad inserirsi nelle dinamiche storiche del centrodestra negli ultimi 5 anni, la incapacità di trovare una sintesi politica che renda tale una coalizione e con il totem Mastella blandito dalle ambiguità della Fiamma; ambiguità che però sembrano essere state risolta dalle parole di Matera che apre al sindaco ma lo ancora ad una alleanza radicale col centrodestra.
Sarà, ma dall’altra parte c’è l’antimastellismo irriducibile di Forza Italia sannita ostile ad ogni forma di connubio con Mastella stesso. Rubano ha costruito la sua strategia sull’attacco frontale al mastellismo, ne fa una questione etica più che politica, i continui assalti lo stanno chiaramente a denunciare.