Tutto in una conferenza stampa, quella che De Luca, il Governatore della Regione Campania, terrà domani mattina a Napoli. In quella sede il presidente dirà e risponderà alla decisione annunciata dal Governo di volere impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale, nell’ultimo giorno utile, la legge che il Consiglio regionale della Campania ha emanato lo scorso 5 novembre e che contiene i crismi del terzo mandato. “Impugniamo la legge regionale della Campania”, ha detto il Presidente del Consiglio Meloni, ribadendo un concetto largamente affermato e che cioè il limite dei due mandati sancito dalla legge 165 del 2004 è insuperabile.
Che farà De Luca? Complicato azzardare previsioni. Molto dipende dal tenore del ricorso che il Governo vorrà formulare, se sia formale oppure sostanzialmente politico. C’è da propendere per la seconda ipotesi visto che Giorgia Meloni agisce anche e soprattutto in veste di segretario del suo partito e Fratelli d’Italia ha sete di volersi espandere nel nord a scapito della Lega, leggi Luca Zaia. Il terzo mandato del presidente veneto è pur sempre un precedente,è quello a cui si aggrappa De Luca,ma ora le condizioni politiche sono cambiate e questo è un fattore assai determinante.
Per De Luca resta in piedi l’ipotesi delle elezioni anticipate ma è un azzardo politico non da poco; aggirare o tentare di farlo la sentenza della Consulta, giocando d’anticipo, potrebbe sortire l’effetto di uno scontro frontale con la Corte che potrebbe scegliere la strada della sospensiva in base alla legge 87 del 1953 sul funzionamento della Corte: in parole assai povere la Consulta potrebbe sospendere l’efficacia della disposizione “per evitare irreparabile pregiudizio all’interesse pubblico o ai diritti dei cittadini”, che in soldoni vuol dire evitare di andare a votare per due volte. In definitiva, a De Luca potrebbe risultare fatale proprio lo scontro interno alla coalizione di maggioranza e l’ormai acclarata rottura col suo partito che non attende altro che sbarazzarsi di lui.
