Fioccano le invettive reciproche tra i partiti dopo le infuocate giornate legate alla crisi politica alla Rocca che si è registrata nei giorni di fine 2024. Il DUP non approvato, per la scelta di Carmine Agostinelli di votare contro, ha aperto il vaso di Pandora di polemiche al calor bianco. Noi di Centro parla di esigenza massima di dimissioni da parte del sindaco di San Bartolomeo in Galdo, un atto di “dignità e decoro politico” visto che a votarlo fu il sindaco di Benevento Mastella “per ragioni di grammatica politica”, si legge nella durissima nota mastellista. Le sue dimissioni sono un fatto di “igiene politica”, che tra le tante è sembrata forse la meno elegante delle locuzioni, e respingimento totale di “ricattucci e ed ultimatum”, dice dal canto suo Nascenzio Iannace che poi difende l’onestà intellettuale del presidente Lombardi.
Da parte sua Agostinelli ribadisce il suo concetto. In aula ha ricordato ai suoi ex sodali di avere agito nella massima onestà possibile argomentando la sua scelta di fondo.
Certo, disse anche che non avrebbe mai votato contro le decisioni di quella che fu anche la sua maggioranza ma poi sul Dup ha seguito l’inopinata nuova linea politica che Matera ha imposto al partito. Matera che ha impresso una forte accelerazione, in chiave antimastellista, all’azione politica della Fiamma alla Rocca e che definisce “fantasiose” e pure malevole talune interpretazioni giornalistiche di questa nuova stagione contestando, in nuce, una presunta liaison politica in itinere con Mastella.
Compreso il fatto che questo suo rinnovato fervore, a che si costituiscano tavoli tecnici di concertazione, sia frutto di una determinazione nuova mai avvertita in precedenza. Alla Rocca l’azione dei Fratelli è stata quasi sempre disgiunta dall’altro partito di coalizione, Forza Italia, è apparsa molto meno sanguigna, tendente alla “comprensione dei problemi”.
E allora si chiede a Matera cosa mai abbia determinato tale cambiamento, quali siano le ragioni di tanta virulenza e se queste ragioni abbiano o meno a che vedere con motivazioni legate a schermaglie di carattere elettorale. Un tentativo di portare Mastella fuori dalla comfort zone, di indurlo a fare scelte? Se è davvero così, apparrirebbe tutto assai prematuro, una volata lanciata troppo lontano dal traguardo.
Mastella non ha fretta, resta in attesa di capire meglio come evolverà la situazione; il tempo gioca dalla sua parte e in tutta questa vicenda non è sinora intervenuto direttamente lasciando ai suoi ascari l’onere degli interventi. E allora, Regionali e poi Provinciali, Comunali e chi più ne ha più ne metta; tra il 2026 e il 2027 si parrà la nobilitate di molti e la loro sopravvivenza politica.