Che Piantedosi piaccia a tutti non è una novità. Una sua discesa in campo ha il sapore della sintesi, della convergenza su cui il centrodestra potrebbe trovare una quadra effettiva per sciogliere l’amletico quesito dell’investitura regionale. Ovvio che il Ministro prima di dimettersi ed entrare nell’agone elettorale pretenda, esiga, certezze assolute di univocità politiche ed essendo estraneo ai caminetti e poco attrezzato a navigare per marosi non sempre adamantini, quelle garanzie le vuole per iscritto.
Ha ragione Piantedosi , quindi, e magari chiederà lumi a Mastella, che molto probabilmente non sarà proprio d’accordo con una sua discesa in campo che lo impegnerebbe direttamente restringendo il suo campo di autonomia e quella ambizione antica di “ago della bilancia” che tanto gli arrise nei decenni ruggenti. Ma sono supposizioni. C’è di vero che a destra ognuno e giustamente, tiri la volata al proprio campione; Forza Italia con Martusciello, Fratelli d’Italia con Cirielli, la Lega con Zinzi che però mostra qualche riserva e lo dice in modo esplicito.
E’ quindi prevedibile che un tavolo serio sortisca poi la sintesi e Rubano lo ribadisce con fermezza anche se il nome di Piantedosi non appare l’unico nel ventaglio di ipotesi del parlamentare di Puglianello. Fa il nome di Antonio Amato, per esempio, e questo ci restituisce un quadro ancora ben lontano dall’essere definito.