Il Centrosinistra rialza la testa e vince in Emilia ed Umbria. In atri tempi sarebbe stata una notizia nemmeno rubricabile ma di questi tempi assume un significato particolare dal momento in cui l’erosione delle cosiddette roccaforti rosse è già in atto da tempo.
E tuttavia è un risultato che va annoverato come una prima reazione allo strapotere delle destre, il segnale che il campo larghissimo può ancora dare i suoi frutti. Per il Governatore De Luca, che si candida per la terza volta in Campania e che è già a lavoro per comporre la sua lista civica, non ci sono analogie tra Umbria e Campania perchè si tratta di “contesti diversi” anche se ammette che la neopresidente Proietti “sia molto brava ed espressione di una lista civica, che ha portato avanti una campagna elettorale di tutto rispetto.”
Liste civiche a confronto però. De Luca sa bene che il Nazzareno non lo appoggerà e allora potrebbe riafforare l’idea di dimettersi per anticipare i tempi e mettere il PD, a secco di candidati autorevoli, nelle condizione di dover fare in fretta a selezionare un candidato in grado di competere con De Luca.
Una tattica che potrebbe mettere pressione anche al centrodestra il cui unico nome che circola, almeno per ora, è quello autoreferenziale di Fulvio Martusciello, anche lui convinto però che si dovrebbe tornare immediatamente al voto. I quasi centomila voti delle Europee gonfiano il petto al coordinatore regionale di Forza Italia ma all’interno della coalizione non sembra esserci coesione e circola da sempre il nome di Cirielli, meno quello del Ministro degli Interni Piantedosi, che potrebbe disattendere i consigli di Mastella a non candidarsi e accettare solo in presenza di un totale ecumenismo sulla sua persona. Cosa poco probabile.