Accesso agli atti sui concorsi, Zanone: “Da bilanciare diritti fondamentali, possibile facoltà di visione degli atti”
Politica
”Riguardo la vicenda dell’accesso agli atti su procedure concorsuali in corso da parte di consiglieri comunali di minoranza, è d’uopo evidenziare alcuni aspetti che hanno un fondamento giuridico molto chiaro e riconosciuto da diverse sentenze della giustizia amministrativa”.
“La delicata materia in oggetto, concorsi non ancora giunti a conclusione, chiama in causa il principio della tutela della privacy e della protezione dei dati personali. Ciò certamente spiega la prudenza nell’ostensione di atti che contengono dati delicati, personali e sensibili. Giustamente il Consiglio di Stato (sezione V-11 marzo 2021) ha enunciato come principio quello del ‘ragionevole bilanciamento dei rapporti tra diritti fondamentali’.
E’ stato altresì chiarito che il diritto di accesso deve incontrare “un equilibrato rapporto in grado di garantire l’efficienza amministrativa” (Tar Lazio, sezione I): non può essere dunque generalizzato, né provocare aggravio alla macchina amministrativa. Sono vietate anche forme di “controllo specifico”. In generale l’accesso agli atti dei consiglieri non è incondizionato (Consiglio di Stato, sezione V, 28 novembre 2006). Il principio della trasparenza, che rimane cardine dell’azione amministrativa, in una forma di bilanciamento ragionevole con il principio di tutela della privacy, si può tradurre in questo caso nella mera facoltà di visione degli atti. Fermo restando che i consiglieri comunali sono tenuti al segreto, per proteggere i dati sensibili da interferenze e violazioni”, lo spiega in una nota il consigliere comunale e presidente della Commissione Affari Istituzionali Giovanni Zanone.
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