Distanze siderali fra De Luca e il PD. Elly Schlein lo ha ribadito a chiare lettere che il partito non accetterà mai un De Luca Ter e che la eventuale candidatura non sarà nel nome del Partito Democratico. Il Presidente è però uscito molto rafforzato dalle due insidie che lo aspettavano al varco ergendosi anche a stratega e cioè la nuova legge elettorale, che contiene appunto il via libera alla terza candidatura, e la successiva mozione di sfiducia che è stata respinta con 35 voti a favore e quel voto in più rispetto all’approvazione della nuova legge elettorale arriva dal centrodestra che dalla situazione esce oggettivamente male.
Il Governatore tentato dalla decisione di dimettersi per sfidare in campo aperto il suo partito? Si può dire che De Luca la tentazione ce l’ha avuta eccome; reompere gli indugi e sciogliere il Consiglio per andare al voto ad aprile e prendere in contropiede destra e PD per vincere senza avversari.
Poi magari avrà valutato che è meglio gestire i miliardi del fondo coesione e infittire le relazioni per costruire una candidatura più robusta. Una rete di relazioni verticale, tutta basata sul controllo delle leve di comando di cui De Luca è assoluto detentore e sono in parecchi a guardare da questa angolazione.
Il primo è Mastella che non ha mai detto no a De Luca nonostante il rapporto si sia estinto. Il sindaco di Benevento sta alla finestra con quello che ritiene il suo 16% nel Sannio, cosa tutta da verificare. Non ha gradito la nuova legge elettorale ma sostanzialmente sta con il presidente ed avrebbe già fatto capire all’amico Piantedosi che poi non è così vantaggioso presentarsi da candidato presidente alle Regionali. E Mastella è un mago in fatto di campagne elettorali, senza ombra di dubbio.
Aveva anche chiesto, il Ceppalonico, che ci fosse chiarezza col pd regionale, non pervenuto, e con quello locale, in particolar modo, e i segnali che gli sono arrivati sono incoraggianti. Se poi modificherà la sua intransigenza e dialogherà di più e meglio con tutti in questo scorcio finale di sua permanenza a Via Annunziata, ebbè, le cose non potranno che migliorare. Se ci riuscirà…
In definitiva, oggi De Luca, saluti romani a parte ma quelli sono tornati di moda ormai, è il padrone del Consiglio regionale, controlla le federazioni dem che rivolgono al Nazzareno l’invito a dialogare e ritengono che i problemi campani se li deve sobbarcare il partito regionale che non esiste, ha in mano tutte le leve del potere, che poi si traducono in consensi, la borsa miliardaria dei quattrini ed è l’unico candidato che c’è sulla scena a dieci mesi dalle urne. Bisogna aggiungere altro?