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Legge elettorale regionale e terzo mandato: aria di “do ut des”

Legge elettorale regionale e terzo mandato: aria di “do ut des”

29 Ottobre 2024 | by Enzo Colarusso
Legge elettorale regionale e terzo mandato: aria di “do ut des”
Politica
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Secondo Clemente Mastella la legge, proposta in Consiglio regionale dal capogruppo del PD Casillo e che impedirebbe ai sindaci, anche dei piccoli comuni, di candidarsi al Consiglio regionale è la morte della politica. Mastella parla di insensatezza, di una ingiustizia che colpirebbe i Sindaci e che è da contrastare con forza. L’iniziativa di riforma prevede l’abbattimento del limite del 65% del premio di maggioranza e l’estensione della soglia di sbarramento al 3%, la sospensione di quel consigliere regionale dalla sua funzione in caso diventi assessore.

Ma potrebbe essere proprio questa la merce di scambio tra i deluchiani “sansepolcristi” e il resto dei consiglieri del PD, una sorta di do ut des che ngarantirebbe un appoggio reciproco; il sostegno alla legge di riforma elettorale in cambio del via libera al terzo mandato. E’ una congettura, un’ipotesi, e pure una manovra molto borderline perchè a Roma operazioni del genere potrebbero essere giudicate quasi blasfeme e costerebbero a quei consiglieri l’espulsione dal partito, almeno stando a quanto sostiene la stessa segretaria Schlein.

La riforma delle legge elettorale, quindi, come terreno di accordi sottobanco? Può anche darsi. C’è da prendere in considerazione anche il fatto che la Prima Commissione consiliare permanente è controllata da uno degli uomini di fiducia più vicini a De Luca, Giuseppe Sommese, una nuova garanzia che l’iter della nuova legge elettorale potrebbe trovare meno ostacoli di quanti se ne possano prevedere. Tutto questo per aprirsi la strada all’appoggio sul terzo mandato. “Se non proseguo sarà il caos per la Campania”, dice De Luca, ma sa bene che dovrà trovarsi 26 consiglieri dalla sua parte senza il timore di essere impallinato.

Di questa trama sembra essere convinto anche l’europarlamentare di Forza Italia Fulvio Martusciello che aveva bollato questa strategia come “una vergogna assoluta” ordita da De Luca per trasformare il dibattito costituzionale sul terzo mandato in una vera vera e propria barzelletta.”

 

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