“Cari concittadini,
dopo aver denunciato il ritardo con cui l’Amministrazione comunale di Montesarchio quest’anno attiverà il servizio mensa (si dice il 21 Ottobre), ci troviamo a segnalare il SALASSO ECONOMICO a cui saranno sottoposte le famiglie che usufruiranno del servizio.
Oltre al danno, la beffa!
Leggiamo sgomenti che il prezzo del ticket quest’anno è stato fissato, con delibera di giunta del 11/10/2024, a € 5,67 per i nuclei familiari con ISEE superiore a 21.000 €, rispetto ai €4,30 dello scorso anno.
Data la cifra del tetto massimo impostato, deduciamo che una larga fetta di famiglie, dove almeno uno dei genitori lavora a tempo pieno, rientra nello scaglionamento più alto, e si troverà a pagare quella cifra.
Per tali famiglie, evidentemente considerate dalla giunta comunale ricche e agiate, l’Amministrazione ha deciso di incrementare il prezzo di un pasto del 30% rispetto allo scorso anno, che fa salire la spesa mensile per la mensa a oltre 220 € mensili, per chi abbia 2 figli.
Ci guardiamo intorno e apprendiamo con stupore le tariffe che le famiglie dei Comuni vicini saranno chiamate a spendere: Arpaia € 1.50 (per tutte le famiglie al di là dell’ISEE), Tocco Caudio € 1.50 (per tutte le famiglie al di là dell’ISEE), Bonea € 1.50, Cervinara €2,60 (fascia ISEE più alta, con reddito superiore i 20000 €), città di Benevento €4,45 (fascia ISEE più alta, con reddito superiore i 20000 €).
L’ Amministrazione comunale di Montesarchio, forse troppo impegnata nelle consuete apparizioni mondane, non ha compreso in che difficoltà mette le famiglie con tali scelte scellerate.
Ed infatti, piuttosto che prevedere un maggiore contributo di compartecipazione per la mensa, come stanno facendo gli altri Comuni che in tal modo abbassano il prezzo del ticket a carico delle famiglie, si impegna ad elargire contributi per feste, festine ed eventi svariati, con importi moltiplicati rispetto agli scorsi anni.
Il limite di 21mila euro di ISEE è un problema: non si è ricchi con 21mila euro di Isee. Basti pensare che in altre Regioni, la fascia più alta, cioè le famiglie che pagano la tariffa piena della mensa, fa riferimento a chi ha un Isee superiore ai 45mila euro. La scelta fatta, dunque, continua a essere una spesa economica non accettabile!

Questa amministrazione continua a non comprendere che, se anche entrambi i genitori lavorano, non vuol dire che si è ricchi. Poi ci sono le famiglie monogenitoriali e tante altre situazioni. Il costo della vita è aumentato per tutti con l’inflazione e alla fine, come sempre, a pagarne le conseguenze saranno le mamme, che non potranno più garantire il tempo pieno ai figli e dovranno rinunciare al lavoro o passare a un part time, perché la mensa non possono più permettersela.

Di fatto si trasforma la scuola pubblica in una scuola privata, visto che le proporzioni del costo mensile della mensa assumono di fatto i contorni di una retta, altro che compartecipazione!

Restiamo ancor più dubbiosi quando dalla maggioranza sventolava a mezzo stampa il successo di aver ottenuto un finanziamento per la mensa BIO. Dalle tariffe stabilite, non è che la mensa biologica la stanno pagando le famiglie?
E data la cifra, addirittura più alta di un ticket mensa riconosciuto a un lavoratore adulto, ci chiediamo: sarà uno chef stellato a cucinare per i nostri piccoli?

Ce lo auguriamo! Se invece, purtroppo, anche quest’anno i genitori dovessero sentirsi dire dai loro figli che il cibo è immangiabile, sarebbe davvero un fallimento per una comunità, che doveva far da traino per i Comuni limitrofi, ma che invece si trova, ultimamente troppo spesso, a fare da fanalino di coda.”