Prosegue l’offensiva di Forza Italia nei confronti dell’Amministrazione comunale di Benevento e propsegue sul versante dei concorsi pubblici. Si tratta di uno scontro senza esclusione di colpi con minacce di querele che ormai non si contano più. Uno scontro poloitico quello con gli azzurri sanniti che il sindaco Mastella cerca di mitigare attraverso la sua fitta rete di contatti a livelli altissimi ma che finora non ha sortito alcun allentamento della morsa da parte di Francesco Rubano, suo acerrimo avversario.
Versante dei concorsi che, vede l’ex ufficiale dei Carabinieri Dino Fragassi, responsabile regionale Legalità di Forza Italia, nella veste di grande accusatore.
“A seguito della nota del Comune di Benevento del 3 ottobre 2024, si rendono necessari chiarimenti urgenti sulle gravi incongruenze che, a nostro avviso, starebbero compromettendo la regolarità delle procedure concorsuali in corso. Richiamando gli articoli 107 del TUEL e 19 del Regolamento Comunale, approvato con Deliberazione di Giunta n. 108 del 30 maggio 2019, si evidenzia che la presidenza delle Commissioni giudicatrici dei concorsi è tassativamente riservata ai dirigenti in servizio presso l’Ente.
La norma è chiara e inderogabile: la figura del presidente della commissione deve essere scelta esclusivamente tra i dirigenti del Comune di Benevento. Tuttavia, sembrerebbe emergere, a nostro avviso, un grave abuso di potere: su sette procedure concorsuali attualmente in corso (e non otto, come erroneamente comunicato dall’Amministrazione), due di queste commissioni sono presiedute da figure non appartenenti alla dirigenza del Comune, ovvero Giuseppe Vecchio, Comandante della Polizia Municipale, e Gianluca Basile, Direttore dell’Università degli Studi del Sannio. La violazione della normativa è evidente: Vecchio e Basile non possono assumere la funzione di presidenti delle commissioni, come prevede appunto la normativa vigente.
La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che Gennaro Santamaria, attualmente presidente di tre commissioni concorsuali, ha recentemente dichiarato di essere in condizione di incompatibilità per una delle procedure. Tale dichiarazione implica non solo la sua esclusione da quella specifica procedura, ma travolge l’intera legittimità delle sue azioni precedenti, inclusa la nomina delle Commissioni, la scelta della Società che si occupa della somministrazione dei questionari e l’approvazione delle graduatorie finali. Ricordiamo che, secondo la normativa, qualsiasi dirigente che si ritrovi in una situazione di conflitto di interesse, come avere parenti entro il quarto grado tra i candidati, è obbligato ad astenersi da qualsiasi attività legata al concorso. Santamaria, rendendosi conto di tale incompatibilità, avrebbe dovuto sollevarsi immediatamente dall’incarico, pena la nullità delle procedure già avviate.
Non possiamo ignorare l’anomalia di aver escluso dalla presidenza delle commissioni dirigenti comunali di elevato livello professionale, come Alessandro Verdicchio, Raffaele Ambrosio, Maurizio Perlingieri e Antonella Moretti. Ci sembra quantomeno anomala la loro mancata partecipazione.
Inoltre, sarebbe necessario rivedere l’incarico conferito alla Fondazione privata che sta gestendo le procedure concorsuali. L’assegnazione di tali compiti va rivalutata da un altro dirigente comunale, per garantire che la selezione sia avvenuta in piena regolarità e trasparenza, senza ombre di conflitto d’interesse.
Alla luce di tutto ciò, sarebbe opportuno che Gennaro Santamaria si facesse da parte, lasciando tutte le Commissioni di cui si è autonominato presidente, garantendo così la correttezza e la legittimità delle procedure concorsuali. L’attuale amministrazione comunale ha il dovere di ripristinare la legalità e il rispetto delle norme, dimostrando di operare nell’interesse della collettività.”