De Luca il conducator e chi ci vuole stare ci stia pure così come chi non ci vuole stare faccia un po come gli va. In sintesi il Presidente della Regione va per la sua strada e poco gli cale se il partito, che per altro è ancora commissariato e non si vede margine perchè cessi di esserlo, non lo regga più. Perchè una cosa è chiara; da Misiani a Sandro Ruotolo, da Saracino per finire al segretario nazionale Shlein il fine ultimo è quello di sbarazzarsi di Lui e farla finita col deluchismo eretto a sistema. L’arresto del presidente della Provincia di Salerno, benchè non iscrirtto al partito, non è cosa da poco e i suoi detrattori sono subito saliti in cattedra per chiedere all’ingobrante Governatore che il terzo mandato è paragonabile ad un viaggio su mercurio e che il tempo delle fritture deve essere considerato finito.
Giuridicamente De Luca avrebbe poca strada. La legge 165/2004, all’articolo 2, detta i “principi fondamentali” che le Regioni devono recepire nel disciplinare i casi di ineleggibilità dei propri vertici e tra questi, alla lettera “f” figura la “non immediata rieleggibilità allo scadere del secondo mandato consecutivo del Presidente della Giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto, sulla base della normativa regionale adottata in materia”.
C’è però il caso delle regioni Lombardia ed Emilia del 2010 in cui Formigoni e Vasco Errani furono rieletti presidente per un terzo mandato nonostante i ricorsi elettorali presentati al cospetto della magistratura milanese e bolognese. In quel caso sia in primo che in secondo grado si affermò l’orientamento della competenza della legge regionale, si rimandava dunque alla 165 del 2004.
De Luca allora potrebbe forzare i tempi e presentare in Consiglio regionale una legge di riforma sul modello veneto e marchigiano che regoli espressamente i principi relativi alle cause di ineleggibilità e a quelle di incompatibilità del Presidente e degli altri componenti della Giunta regionale per raggiungere lo scopo di azzerare i primi dieci anni e ripartire daccapo.
Ma la questione poi torna ad essere politica e in questo caso è anche ipotizzabile che De Luca abbia dalla sua la maggioranza e i numeri per spuntarla. Una cosa è certa; si rischia un collasso politico per il PD, dilaniato da una guerra interna aperta col proprio presidente che però è anche il suo maggior problema endogeno. Ce l’ha il PD in Campania un candidato capace di battere le destre che potrebbero vincere per no contest e non tanto per propria capacità poltica?
Non pare…